Libia/ Nato: A Tripoli colpiti soli obiettivi militari

Bruxelles, 10 mag. (TMNews) – I bombardamenti della Nato della notte scorsa a Tripoli hanno preso di mira solo obiettivi militari, accuratamente individuati e colpiti con precisione chirurgica. Questo in sintesi il messaggio che l’Alleanza atlantica ha dato oggi, durante una doppia conferenza stampa a Bruxelles e a Napoli, in cui ha anche mostrato i filmati di alcuni attacchi aerei. Quanto al colonnello Gheddafi, il generale di Brigata Claudio Gabellini, Chief Operations Officer della missione ‘Unified Protector’, ha detto di non sapere dove sia e cosa stia facendo, sottolineando comunque che per l’Alleanza “gli individui non sono obiettivi da colpire”, e che neanche il capo del regime di Tripoli lo è.

Nei video, mostrati a Napoli da Gabellini, si vedono alcuni edifici, individuati come centri di comando e controllo o come basi da cui i cecchini sparavano sulla popolazione, inquadrati dai collimatori degli aerei Nato e distrutti con grande precisione, e apparentemente senza danno per edifici civili dall’altra parte della strada.

“Dal 31 marzo, la Nato ha compiuto in media 150 uscite al giorno per proteggere i civili dalla violenza del regime, e ha colpito 6.300 obiettivi approvati”, ha detto Gabellini, sottolineando che “tutti i target della Nato sono di natura militare” e i bombardamenti, ha aggiunto, “sono necessari, legali, morali, ed eseguiti in modo professionale e con il massimo della precisione possibile secondo le tecnologie più avanzate e sofisticate al mondo”. La Nato, inoltre, ha detto ancora il generale,

“prende tutte le misure per assicurare che gli obiettivi siano costantemente valutati e verificati fino all’ultimo istante, in modo da limitare al massimo le perdite civili”. Nonostante questo, Gabellini ha ammesso che la Nato “non ha possibilità di verificare sul terreno” gli effetti dei bombardamenti a Tripoli, perché non ha nessun proprio agente sul posto, e non può quindi fornire controprove alle dichiarazioni del regime di Gheddafi secondo cui sarebbero stati colpiti obiettivi civili nell’azione della notte scorsa. Gli edifici bombardati, ha insistito il generale, “per noi erano centri di comando e controllo direttamente legati alle violenze contro la popolazione”.

Gabellini, infine, ha sottolineato il fatto che, dopo aver “stabilizzato la situazione” nei teatri di Ajdadya, Brega e Bengasi, direttamente minacciate dalle truppe di Gheddafi, l’intervento Nato ha ora iniziato una seconda fase della campagna: “L’attacco diretto ai centri di comando e controllo, per impedire alle forze del regime di dare ordini alle truppe sul terreno”. Gabellini ha ricordato che l’intervento continuerà, come la Nato ha costantemente ripetuto nelle scorse settimane, fino a che non saranno stati raggiunti i suoi tre obiettivi militari: la fine degli attacchi ai civili, il ritorno nelle base militari delle forze del regime, e l’accesso libero e senza ostacoli dell’aiuto umanitario in tutto il territorio. “Prima saranno raggiunti questi obiettivi, meglio sarà per la popolazione civile”, ha concluso il generale Gabellini. “Noi speriamo che avvenga il più presto possibile”, gli ha fatto eco da Bruxelles la viceportavoce della Nato, Carmen Romero.

Loc/Ral

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