VARESE Chissà cos’è, quella polverina bianca filtrata dalla busta. La risposta arriverà dalla Puglia, dove l’Asl varesina ha inviato la missiva sospetta perché venga analizzata.
La polizia postale che sta indagando sulla vicenda non sembra granché preoccupata. Nulla di quanto finora mostrato dalle prime investigazioni sembra autorizzare particolari patemi. Ma in casi del genere bisogna comunque seguire l’iter, anche per evitare pericolose sottovalutazioni.
L’allarme è scattato ieri mattina poco dopo le 9.15 nel centro di smistamento della corrispondenza in viale Belforte.
Mentre maneggiava una raccomandata, un dipendente di Posteitaliane ha notato la fuoriuscita di una polverina bianca. Preoccupato, ha immediatamente fatto scattare la procedura di sicurezza.
In viale Belforte sono quindi giunti i vigili del fuoco in tenuta Nbcr (per proteggersi contro eventuali minacce di natura nucleare, biologica, chimica e radiologica). La busta era già stata sigillata dal personale delle poste: era stata infilata in un sacchetto di plastica. I vigili del fuoco hanno preso in consegna il plico e lo hanno sigillato a loro volta in un altro sacchetto a chiusura ermetica. Quindi, per ulteriore precauzione, lo hanno rinchiuso in un bidoncino di plastica. Il contenitore, infine, è stato affidato ai tecnici dell’Asl, che l’hanno inviato nel loro laboratorio pugliese per le analisi.
La busta, lunga e bianca, è una raccomandata inviata attraverso la posta aerea dallo Sri Lanka. Anche il destinatario, che vive a Varese, è di nazionalità straniera.
Nessuna delle persone che sono venute in contatto con la busta e con la polverina ha manifestato particolari problemi. E dopo l’intervento dei vigili del fuoco, l’attività del centro di smistamento è ripresa come sempre. Sul fronte della magistratura, il caso è stato affidato al sostituto procuratore Luca Petrucci.
s.bartolini
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