Taranto, 10 mag. (TMNews) – Il nodo dell’inchiesta sull’omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto nel pomeriggio del 26 agosto scorso, sembra essere ora la testimonianza di un fioraio, un vicino di casa dei Misseri che, nei giorni successivi al delitto, aveva dichiarato agli investigatori di aver visto Sarah uscire di corsa dalla casa dei zii inseguita da una persona. Chiamato a confermare la testimonianza, il fioraio però ha ritrattato tutto spiegando di non ricordare più la circostanza e che, anzi, quello che aveva riportato era frutto di un sogno.
Per chiarire la sua testimonianza, gli inquirenti hanno convocato alcune persone a cui il fioraio aveva raccontato l’episodio. La Procura non crede al cambio di versione dell’uomo, tanto più che le piste seguite dagli investigatori sposterebbero sempre di più la scena del delitto all’interno dell’abitazione dei Misseri e non nel garage come aveva detto Michele ad ottobre nelle sue confessioni rese ai pm Pietro Argentino e Mariano Buccoliero. Se Sarah fosse stata uccisa davvero in casa degli zii, cambierebbe anche la posizione di Cosima, moglie di Michele e madre di Sabrina. La donna ha sempre dichiarato di non aver visto né sentito nulla perché, al momento del delitto, dormiva in camera da letto.
Ma se l’omicidio di Sarah fosse avvenuto in casa, Cosima può non essersi accorta di quello che accadeva a pochi metri da lei? Tanto più che dagli accertamenti tecnici svolti dal Ris è emerso che il cellulare della donna, la mattina successiva al delitto, aveva agganciato la cella vicina alla zona del pozzo in cui suo marito Michele si sbarazzò del corpo di Sarah. Sabrina intanto, dal carcere, continua a proclamarsi innocente.
Lo ha ribadito nei giorni scorsi ai suoi legali, Franco Coppi e Nicola Marseglia. Fondamentale, per lei, sarà la data del 17 maggio, giorno in cui la Corte di Cassazione esaminerà il ricorso presentato dai legali della Misseri contro la decisione con la quale il Tribunale del riesame il 24 novembre scorso ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice Martino Rosati. Sabrina è in carcere dal 15 ottobre scorso, suo padre Michele dal 6 dello stesso mese.
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