Si è concluso il Festival della Luce di Como, ma molte luci sono ancora accese e agganciano il significato della manifestazione a quello dell’intervento dell’architetto, pubblicato ieri su L’Ordine.
Artioli, come anche gli organizzatori del festival, punta l’attenzione sulla rinascita artistica di Como che può passare dal recupero di Palazzo Terragni co «alla fruizione culturale, convertendolo, non solo nel museo di se stesso, ma anche in un laboratorio vivo d’arte e di architettura (…)».
La metafora della conoscenza
Le luci ancora vive all’indomani della conclusione del festival, sono quelle metaforiche, che si sono accese nelle teste e che ora fanno vedere le cose da un altro punto di vista o, per meglio dire, sotto un’altra luce.
La luce, come metafora della conoscenza, ha permesso di parlare di scienza ma anche di innovazione, di creatività e di tecnologia, di filosofia e di ricerca, di arte e cinema.
Tutto questo in soli tre giorni, a Como, la città di Volta, che ha permesso di illuminare il mondo, controllando l’elettricità.
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