Bossi nella sua Gemonio Parole e musica di Lerner

VARESE – Un Bossi “provato”, ma che ha ancora voglia di combattere. Non
per suo tornaconto personale, ma per la Lega

Un Bossi che ricorda ache «non credendo all’indipendenza rimane sottomesso». A Berlusconi. Il celebre giornalista e conduttore Gad Lerner si è recato a Gemonio, ospite in casa del Senatúr, per intervistare l’Umberto (invervista pubblicata ieri su Repubblica) ad un anno dai fatti che lo costrinsero ad abbandonare la guida del Carroccio.
La prima domanda è sul federalismo: «Ci credo perché la questione settentrionale non è un’invenzione e il bisogno di libertà non si può sopprimere. Certo, mi fa rabbia che Maroni cancelli la Padania e si rammollisca con “Prima il Nord” proprio quando era maturo il tempo di farci forza del diritto internazionale».

E alla domanda su quale sia l’obiettivo di Maroni, Bossi non lesina le critiche: «Lui non ha i nostri ideali. Quando uno tradisce una volta – e Maroni quando ruppi con Berlusconi nel 1994 gli sedeva di fianco, si opponeva – poi tradisce sempre. Si illude di diventare il plenipotenziario di Berlusconi al Nord, ma il Pdl non rinuncerà mai a presentare le sue liste in casa nostra, come fa la Cdu tedesca con la Csu in Baviera».

Lerner riesce a dare anche l’atmosfera di casa Bossi. La moglie Manuela accanto a Umberto, l’affetto di una famiglia che ha visto la propria vita gettata in pasto ai media. E l’ex direttore del TG1 riporta anche una frase della moglie: «Sarei io la guardiana del cerchio magico? Mi guardi, fatico a farmi dare retta anche in casa. A inventare sono capaci tutti, ora. Ma la scuola Bosina di Varese per cui dicono che la Lega si sarebbe svenata non mi ha mai versato un centesimo, io sono sempre stata una maestra volontaria».

E Bossi aggiunge: «Sia ben chiaro, quella scuola è nata su ordine
della Lega».A fine intervista Bossi accompagna il giornalista al cancello. Gli fa vedere come non ci siano più uomini di scorta. «Una volta qui fuori c’era sempre qualcuno a vigilare, ora può passare un pazzo e buttare una bomba in giardino. Ma se pensano di mollarmi così…» gli dice.

Un senso di abbandono da parte dei vertici, ma non dei fedelissimi. E Bossi lo dice chiaro: «Dopo le espulsioni che ci sono state, devo per forza rimettermi alla guida del partito».

r.foglia

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