Motociclette e rose rosse L’ultimo abbraccio a Yankee

Una chiesa gremita di tanti amici e di tanti motociclisti ha dato l’ultimo saluto ieri pomeriggio, nella chiesa parrocchiale di Bogno a Besozzo, a Giancarlo Palagiano, detto Yankee.

Il ragazzo di 37 anni scomparso domenica scorsa in un terribile incidente stradale sull’autostrada A8, tra Gallarate e Busto Arsizio. Grande appassionato di moto e tatuaggi, il destino ha voluto che dovesse trovare la morte in un incidente d’auto, seduto sul sedile del passeggero. «Il compito della famiglia è quello di fare un lavoro di memoria che ricordi le cose belle di Giancarlo – ha detto il parroco don nell’omelia – la sua infanzia, l’inizio, sono quelle le cose da gustare, perché il bene ed il bello restano, rivestiti di gioia da parte del Signore». Tanti amici si sono voluti stringere attorno alla famiglia di Giancarlo, provata da un dolore terribile, di un’ancora giovane vita spezzata da un incidente.

Sua mamma e suo papà, la nonna, la sorella, il fratello, la sua fidanzata, hanno ricevuto un grande abbraccio da parte della comunità besozzese. «Giancarlo – ha ricordato il prevosto – ha vissuto solo la primavera e parte dell’estate della vita ma non vivrà l’autunno né l’inverno per motivi che appartengono allo stile di vita degli uomini; siamo sempre di fretta e con tante cose da fare».

Il parroco ha cercato anche parole di consolazione per il grande vuoto che in molti la tragica scomparsa di Giancarlo ha lasciato. «Il disordine delle stagioni non è stato sconvolto da Dio, anche se a volte siamo tentati di attribuirgliene la responsabilità – ha sottolineato don Sergio – dobbiamo ripensare il nostro stile di vita». L’unica consolazione non può che arrivare dal figlio di Dio. «La vita di Giancarlo finisce prima dei 40 anni come quella di Gesù a cui lo affidiamo come la sua famiglia,

certi che lo accoglierà» ha proseguito il prevosto, che ha ricordato la sua visita nella casa della famiglia Palagiano di sabato scorso. «Mi ha molto colpito il silenzio di tutti i presenti – ha detto don Sergio – un silenzio particolare, che favorisce la riflessione e che ha unito giovani e anziani». Al termine della cerimonia religiosa, la bara ricoperta di rose è stata portata a spalla sul sagrato dai motociclisti amici di Giancarlo, accolta da un applauso liberatorio e dalle note struggenti e commoventi della canzone “Hallelujah” di Jeff Buckley. La musica ha unito tutti in un commosso abbraccio nel ricordo di Giancarlo, prima del suo ultimo viaggio verso la cremazione e poi la sepoltura.

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