Un’ azienda di Arsago Seprio specializzata nel settore dei rifiuti è finita nei guai dopo un controllo mirato della Guardia di Finanza di Gallarate.
I militari hanno infatti sequestrato in un capannone gestito dalla ditta incaricata del trasporto e stoccaggio di rifiuti, 30 fusti di sostanze tossiche custodite senza l’osservanza della normativa.
Doveva essere un controllo di natura fiscale, ma poi l’attenzione si è spostata sui bidoni contenenti fanghi industriali, acque di contatto, rifiuti organici, ma soprattutto tetracloroetilene, una sostanza classificata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, come cancerogena per gli esseri umani.
Sostanze pericolose che secondo gli accertamenti dovevano essere conservate in tutt’altro modo. Al momento dei controlli, nel capannone erano presenti due autotrasportatori che secondo la ricostruzione investigativa sarebbero estranei ai fatti: è probabile che non fossero neppure a conoscenza della natura dei rifiuti che trasportavano.
È stato, invece, denunciato il titolare dell’attività, un italiano di 35 anni del posto che dovrà rispondere, in materia di rispetto ambientale, dell’accusa di avere movimentato, stoccato e smaltito del materiale altamente nocivo senza avere alcuna autorizzazione dalle autorità competenti.
In effetti soprattutto la tetracloroetilene merita un trattamento molto particolare poiché le sue particelle, a contatto con il calore, si decompongono in altre sostanze tossiche per l’uomo.
I finanzieri hanno messo il capannone in sicurezza sequestrando i contenitori con le sostanze nocive.
Ma le indagini non sono concluse: gli inquirenti stanno definendo la filiera dei rifiuti per stabilire le diverse responsabilità degli individui coinvolti nella vicenda. Ma sono in corso anche una serie di ulteriori accertamenti di natura fiscale. Anche la documentazione della ditta è risultata non completa, frammentaria e irregolare.
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