Rai/ Rinvio a giudizio, Minzolini verso trasferimento

Roma, 7 dic. (TMNews) – Trasferimento ad incarico equivalente. Potrebbe chiudersi già lunedì pomeriggio l’era Minzolini del Tg1, dopo il rinvio a giudizio con l’accusa di peculato disposta ieri dal Gup di Roma per la vicenda spese con carta di credito. Udienza l’8 marzo, per allora la Rai si sarà costituita parte civile “per danno di immagine e per i residuali profili di danno non patrimoniale”. Indignato Minzolini, che denuncia “elementi oscuri” nella vicenda, parla di “operazione” mirata per far saltare la sua guida al Tg della rete ammiraglia e tramite i suoi legali promette battaglia certo di dimostrare la sua innocenza.

Le spese contestate, dichiarano gli avvocati Carlo Pandiscia e Franco Coppi, “rientrano invece nell’ambito di consentite spese di rappresentanza”, e poi “a fronte delle contestazioni mosse” Minzolini “sia per rispetto verso l’azienda sia per fugare qualsiasi dubbio circa la trasparenza della propria condotta, ha da tempo provveduto ad accreditare alla Rai l’intero importo della somma”. Ma in Rai la macchina per la successione è in azione. Il Presidente Garimberti, pronto nei giorni scorsi a convocare un Cda straordinario in caso di rinvio a giudizio, avrebbe voluto integrare l’ordine del giorno del Consiglio di oggi, ma i termini non ci sono (scadute anche le 24 ore). Il tema sarà certamente affrontato, ma per la delibera occorre che il punto sia all’odg e serve a questo punto un Cda ad hoc. D

Due le strade per la successione: la più semplice (un interim a Fabrizio Ferragni – vice direttore ‘anziano’ – o ad Antonio Maccari – vice ai tempi di Mimun, ora alla guida della Tgr – che però va in pensione a gennaio); la più strutturale (una nomina di peso, esterna, per la quale circolano i nomi di Mario Calabresi, Mario Orfeo e di Giulio Anselmi (fresco però di nomina alla Fieg). Soluzione auspicata dal sindacato e dal Cdr del Tg1: occorre una scelta “autorevole e definitiva”, dice Carlo Verna segretario di Usigrai. Una direzione “di indiscusso profilo professionale e morale, super partes, che
segni – afferma il Cdr, con Attilio Romita che si dissocia a difesa di Minzolini – una forte discontinuità editoriale col
passato e recuperi tutte le professionalità messe ai margini”.

Mdr

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