La Rai ha detto sì. Il 12 e 13 maggio in prima serata sulla rete ammiraglia andrà in onda “Mister Ignis”.
«Finalmente – dice il produttore Enzo Martinelli – Dopo tanto tempo questa miniserie si potrà vedere. In questo momento di crisi questa storia è particolarmente significativa perché propone una figura importante ed esemplificativa di un modo di affrontare la vita che oggi non c’è più, ma che potrebbe essere utile proprio per affrontare i momenti bui».
Così la varesinità torna a essere protagonista di un prodotto per il grande pubblico.
Il periodo felice che ha visto girare a Varese diversi racconti per la tv e per il cinema prosegue dunque con la messa in onda di questa miniserie che mette in primo piano la culla dell’industria italiana, la nostra provincia prealpina.
«Sicuramente la realtà varesina è interessante, anche se è stata poco ricettiva dal punto di vista finanziario: non c’è stato santo che ci sentisse. Ma è anche comprensibile visto il momento di crisi generale».
La fiction, tratta dal libro del giornalista e scrittore varesino Gianni Spartà, è diretta da Luciano Mannuzzi, e a vestire i panni del “cumenda” è Lorenzo Flaherty, mentre Anna Valle dà il volto a Maria, moglie dell’imprenditore, e Massimo Dapporto è Guido Borghi, il padre.
«Quello di Giovanni Borghi è un personaggio ricco di sfaccettature e anche quella sportiva è messa in evidenza nella serie. Meglio che vada in onda adesso, a maggio, piuttosto che a ottobre, come si prospettava. A maggio c’è più garanzia: dal punto di vista degli ascolti è un buon periodo. Tutto sta poi nella promozione che l’azienda ne farà tra spot e speciali da Vespa, l’esito potrebbe essere felice».
Formidabile innovatore, capace di creare dal nulla un impero degli elettrodomestici, oggi passato agli americani della Whirlpool, mr Ignis fu il primo a intuire che l’uso del gas in cucina avrebbe rivoluzionato la vita degli italiani, ma anche a lanciare la comunicazione industriale mediata dallo sport. «Flaherty dà una bellissima interpretazione di Borghi. Con grande passione e serietà ha dato molto al personaggio, che così può essere ben visto dal pubblico di massa».
In trepidante attesa per l’uscita di questa serie, di cui ha seguito ogni passo della trasposizione televisiva, c’è anche Spartà.
«Sono solo contento se le date sono queste perché maggio è il mese del Giro d’Italia. Borghi era appassionato di tutti gli sport, ma lo sport che ha adorato letteralmente è il ciclismo. Nella fiction ci sono delle scene realizzate proprio durante il Giro d’Italia come quella in cui Borghi arruola Miguel Poblet. Firma sotto una cifra scritta su un pacchetto di sigarette e gli dice “questo è il mio contratto”. È una scena abbastanza toccante. Poblet così viene a Varese e con maglia della Ignis vince due volte la Milano-Sanremo».
Borghi fu anche patron di pugili come Mazzinghi, di ciclisti come Maspes e Poblet, appunto, di calciatori come Anastasi, di giocatori di pallacanestro come Meneghin, Ossola, Raga, negli anni d’oro della Ignis Varese che nel basket vinceva tutto.
«Vedremo tanta Varese, anche se le scene sono state girate a Belgrado: il Sacro Monte e Cassinetta di Biandronno. Ormai con le moderne tecnologie puoi fare una ripresa a Milano e ambientarla in Uganda in mezzo alla giungla».
© riproduzione riservata