Mare Nostrum è un’«operazione a termine», ma il governo non farà «alcuna marcia indietro» e tirerà un bilancio definitivo in occasione dell’inizio della presidenza italiana dell’Ue. Mentre in mare continuano le operazioni di soccorso – l’ultimo barcone con duecento migranti è stato agganciato dalla nave «Espero», dalle motovedette della Capitanerie di porto e di Malta a sud-est dell’isola – è stato il vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico a rispondere agli attacchi della Lega e di parte di Forza Italia, unite nel chiedere la sospensione della missione che costa all’Italia trecentomila euro al giorno e che dall’inizio ha consentito di salvare quasi ventimila persone.
La propaganda del Carroccio, afferma il vice ministro, «è priva di ogni ragionevolezza: vorrei ricordare ai demagoghi di turno e a chi cerca voti sulla pelle di chi rischia di morire, che l’operazione nasce sulla spinta europea per dare una risposta dopo la tragedia di Lampedusa». Ecco perché «il governo deve far sentire forte il sostegno agli uomini in mare e, anche, a Province, Comuni e associazioni di volontariato che ogni giorno danno il loro contributo» per accogliere migliaia di uomini, donne e bambini.
Nessun dietrofront, dunque. Ma è probabile che un «check up» alla missione verrà fatto prima della scadenza europea. FI preme affinché il ministro Alfano riferisca in Aula, il M5S ha presentato un’interrogazione al ministro della Difesa Pinotti relativa alle regole d’ingaggio dei mezzi di Mare Nostrum e i presidenti delle commissioni Esteri e Difesa del Senato, Pier Ferdinando Casini e Nicola Latorre, hanno chiesto agli Uffici di presidenza di proporre al presidente Grasso «l’avvio di un’indagine conoscitiva congiunta» su Mare Nostrum.
Non è escluso che, passato lo scoglio del decreto legge Lavoro, possa essere quindi lo stesso governo ad anticipare i tempi e portare il tema all’ordine del giorno. Perché che l’operazione abbia consentito di evitare altri morti dopo la tragedia di Lampedusa è sotto gli occhi di tutti ed è un indubbio motivo d’orgoglio per l’Italia. Ma sotto gli occhi di tutti è anche il fatto che, e lo ammette lo stesso Bubbico, «poter contare su un ombrello umanitario spinge i trafficanti a osare di più», tanto che i costi della traversata sono scesi a 700-1000 dollari a persona.
Dunque è evidente che bisognerà trovare una soluzione che consenta di continuare a salvare vite in mare senza semplificare il compito dei trafficanti di uomini. Soluzione che non può prescindere, è l’obiettivo del governo, da un maggior coinvolgimento dell’Ue. «L’immigrazione è un fenomeno che durerà molti anni e che non si ferma certo con una legge o una dichiarazione – dice Bubbico – ma creando le condizioni per far sì che i disperati in cerca di un futuro lo trovino in casa loro o nei Paesi vicino casa loro». Per farlo, l’Europa è attesa da un doppio impegno: «Investire in Africa per aprire in quei Paesi prospettive di sviluppo e crescita» e «migliorare la capacità di controllo delle partenze e di lotta alle organizzazioni criminali, anche fornendo aiuti ai Paesi» di partenza e transito.n
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