A Lozza non si placano le polemiche sui cani “fracassoni”: le lettere di diffida inviate dal Comune nelle case di nove famiglie di Lozza, nella quali si fa riferimento persino all’abbattimento dell’animale in caso di persistente disturbo della quiete pubblica ha scatenato nuove polemiche.
Nelle ultime ore è arrivato anche il commento di , Capo Segreteria Nazionale del Partito Animalista Europeo che in una nota ha stigmatizzato il comportamento del Comune: «E’ inaccettabile – scrive Rizzi – una tale diffida della Pubblica Amministrazione nel cercare di risolvere una questione in questa maniera del tutto incivile, barbara e fuori legge. Il sindaco non può proporre il sequestro ed addirittura l’uccisione dei cani».
La questione potrebbe finire molto presto i tribunale: «Ho già conferito mandato al nostro legale, Avvocato , nel presentare formale denuncia-querela verso il primo cittadino alla Procura della Repubblica di Varese affinchè risponda per i reati da lui compiuti. La legge vieta e punisce severamente ai sensi dell’articolo 544-bis del codice penale con l’arresto fino a due anni, chiunque, senza alcuna necessità cagiona la morte ad un animale. L’abbaiare di un cane, non è certamente una necessità da permettere l’uccisione».
Il commento è durissimo: «Piuttosto il sindaco, che le ricordo essere ai sensi del D.P.R. 31-3-1979 responsabile del benessere degli animali sul proprio territorio – dice – avrebbe dovuto verificare immediatamente lo stato di salute e le condizioni di detenzione e benessere dei sopra citati cani al fine di individuare la causa di tale lamentele e prendendo gli opportuni provvedimenti a tutela degli stessi, così come prevede l’attuale normativa. Ecco perchè l’Italia sta andando a rotoli».
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