I primi 40 anni della Ernesto Speroni raccontano una storia di successo. L’omonimo titolare, affiancato dal figlio Marco, oggi ha 75 anni: è partito come garzone. Ed è arrivato in cima: la Speroni di Gerenzano oggi è sinonimo di eccellenza varesina in tutto il mondo. E il suo fondatore mostra con una battuta la tempra che l’ha portato in cima: «A casa? Non saprei cosa fare». La bella quarantenne gerenzanese realizza forni per le fonderie, basamenti per le macchine del sapone e del vetro, macchine per il tessile e tunnel per sabbiatrici.
«Lavoriamo conto terzi, quindi su disegno del cliente. Noi acquistiamo la materia prima, tagliamo, pieghiamo, assembliamo e saldiamo. Poi i nostri clienti – per lo più imprese lombarde – finiscono la macchina e la spediscono in tutto il mondo», spiega Speroni.
E «in tutto il mondo» non è un eufemismo: India, Canada, Brasile, Africa e Est Europa. Un sacco di strada per chi come Speroni ha iniziato lavorando «come garzone alla Biraghi dove si facevano vetrine per la Rinascente, la Standa e l’Upim – racconta – Ci andavo in treno, a Milano: partenza alle 5.50 e arrivo, la sera, alle 20.30». In più c’era la scuola: «Dal 1955 al 1959, per tre sere alla settimana, ho frequentato la scuola serale di meccanica e disegno tecnico “Giuseppe Colombo” in via Santa Marta a Milano.
Il rientro a casa era per le 22.30 e si lavorava anche il fine settimana. Giravo Milano con una cassetta degli attrezzi sulla bicicletta», spiega Speroni. Poi, nel 1959 due dipendenti della Biraghi decisero di aprire una loro attività e il futuro imprenditore li seguì come operaio. «Iniziammo in una piccola bottega dietro il Duomo – spiega Speroni – Dopo un anno ci trasferimmo alla Bovisa e nel 1963, infine, arrivammo a Gerenzano in via Massina 1, in un piccolo capannone che poi abbiamo ampliato più volte fino al 1980».
Oggi la Speroni è più competitiva che mai: «Abbiamo sempre puntato sull’innovazione e sull’efficienza del parco macchine – spiega il titolare – È questo il settore nel quale investire». Il segreto di tanto successo? «Alti standard qualitativi, professionalità, flessibilità e puntualità millimetrica nel rispetto delle consegne. Il mercato oggi non ammette sbavature», conclude Speroni.
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