Roma, 8 dic. (TMNews) – Il prelievo una-tantum dell’1,5% sui capitali scudati “potrebbe non trovare applicazione sul complesso dei capitali già emersi”. Lo rilevano i tecnici della Camera nel dossier sui profili finanziari. Questa situazione, spiegano gli esperti, potrebbe verificarsi “nel caso in cui il contribuente scudato ha investito i capitali emersi in altre attività finanziarie ovvero ha spostato la sua posizione presso un altro intermediario. In tale ultimo caso, in cui il vecchio intermediario non ha la provvista e il nuovo non ha la dichiarazione riservata – sottolineano – non appare chiaro quale debba essere il sostituto d’imposta”.
I tecnici rilevano inoltre che l’entrata prevista “sembrerebbe assumere carattere di una tantum, andrebbe pertanto acquisito un chiarimento del governo sui possibili effetti in termini di indebitamento netto strutturale”.
Infine, con riferimento all’obbligo per gli intermediari a
segnalare all’Agenzia delle Entrate i contribuenti nei confronti
dei quali non è stata applicata e versata l’imposta a causa
dell’intervenuta cessazione del rapporto di deposito o per non
aver ricevuto la provvista, gli esperti di Montecitorio
evidenziano “la necessità di acquisire chiarimenti circa la
compatibilità di tale segnalazione con la garanzia di anonimato
delle dichiarazioni di emersione delle attività da parte degli
intermediari nei confronti dell’amministrazione finanziaria
prevista dalla normativa vigente al fine di escludere effetti
pregiudizievoli sulle maggiori entrate ascritte alla norma in
esame”.
Gab
© riproduzione riservata