Napoli, 13 mag. (TMNews) – “La prossima volta le ragazze pon pon non starebbero male. C’è già una candidata? Non male, direi…”. I centri sociali e la spazzatura assediano la Mostra d’Oltremare, tanto da paralizzare Fuorigrotta e far slittare la chiusura della campagna elettorale partenopea di Silvio Berlusconi, ma il Cavaliere vuole dimostrare di non aver perso il sorriso. Sceso in Campania per sostenere Gianni Lettieri, il premier sale sul palco allegro, quasi euforico. Interviene nuovamente poco dopo il discorso del candidato e riparte in sordina, forse per risparmiare energie in vista del comizio serale previsto a Latina. Ma quando torna su tematiche a lui care, giudici e sinistra, si riaccende e i toni si impennano.
Non è un caso che fra le ‘big four’ la città prescelta per la chiusura della campagna elettorale sia Napoli. E’ quella che Berlusconi conta di poter strappare all’amministrazione di sinistra, a quella Iervolino che guardandosi “allo specchio si rovina la giornata” (insulto non nuovo e in realtà pronunciato in molteplici occasioni). E’ la città che spera di poter conquistare al primo turno, è quella dalla quale si attende “riconoscenza” per l’attenzione dedicata in questa legislatura, forte di una convinzione: “La sinistra ha provocato una tragedia ed è impossibile votarla”. Eppure sul campo restano i rifiuti, croce dei napoletani, tanto da far promettere subito al presidente che la Tarsu resterà ‘congelata’ fino al termine dell’emergenza. L’altro cruccio dei campani, la demolizione degli edifici abusivi, fa spendere al Cavaliere un’altra promessa: presto vareremo un decreto per sospendere l’abbattimento che porterebbe molte famiglie “sul lastrico”.
Archiviato il capitolo Napoli, Berlusconi rispolvera il binomio ‘sinistra&giudici’, due cavalli di battaglia cavalcati in molte campagne elettorali. I magistrati, guidati dai “pm di Magistratura democratica”, vengono dunque bollati come una “patologia della democrazia” capace di influenzare la Consulta, a sua volta guidata negli ultimi anni “da tre giudici che provengono da sinistra” e composta da undici giudici anch’essi “di sinistra”. Pronti, questa è l’accusa con la quale si chiude il cerchio, ad assecondare i voleri dei pubblici ministeri di Md. Accuse rinforzate quanto si passa ad analizzare i pm milanesi, accusati di “volontà continuativa di eversione”.
E poi c’è la sinistra, “senza leader”, ferma al crollo del muro di Berlino, insomma composta da “comunisti” pronti a ricorrere a “metodi stalinisti”. E’ una questione “antropologica”, azzarda il presidente del Consiglio, perché mentre “noi godiamo nel fare il bene degli altri, tanto loro godono nel vedere il male degli altri”. Il resto sono le promesse già fatte nelle ultime settimane: avanti sulla riforma istituzionale, della giustizia e fiscale, in modo da “abbassare le aliquote entro un anno e mezzo”. Interventi resi finalmente possibili dalla ‘separazione’ da Fini e Casini e dalle loro forze “giustizialiste”. I due oppositori divengono dunque bersaglio del premier, al pari delle trasmissioni tv ‘Ballarò’ e ‘Annozero’, giudicate “faziose”, anzi “scandalose”.
L’obiettivo comunque è fissato, “vincere Milano e Napoli” per rafforzare il governo. Per farlo, Berlusconi chiede ai suoi militanti di “convincere chi ha dubbi” e “chi è meno intelligente” a votare Pdl. Lui, intanto, per intrattenere i supporter racconta prima la storiella sul “Berlusconi despota”, poi ‘chiama’ l’applauso della platea ricordando la meritata Champions del Napoli, infine racconta la barzelletta su ‘Mohamed Esposito’ e i focosi amanti arabo-napoletani. Poco prima aveva però omaggiato anche le “bellissime donne napoletane”, accompagnando la galanteria con una promessa: “Voglio il 50% di donne professioniste in giunta comunale”.
Tom/Bac
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