Pedemontana, altri no al pedaggio Ma il vero grattacapo sono i soldi

Cresce il fronte del “no” al pedaggio sulla Tangenziale di Varese. Maroni apre uno spiraglio: «Stiamo valutando». Intanto però il governatore ribadisce l’allarme su Pedemontana: «Defiscalizzazione subito, altrimenti la tratta B1 non sarà completata in tempo per Expo».

A fine anno i primi lotti delle Tangenziali di Varese e Como, il cui stato di avanzamento dei lavori è all’80%, saranno pronte per essere aperte al traffico.

Ma è ancora tutta da definire la questione dei pedaggi delle Tangenziali: originariamente esclusi, almeno fino a quando non sarebbero stati completati i secondi lotti delle due opere (per Varese, il tratto che dalla Folla di Malnate arriva al valico del Gaggiolo), ma successivamente previsti, con l’obiettivo di rastrellare risorse per finanziare proprio la realizzazione dei secondi lotti, di cui attualmente non è ancora nota la disponibilità di risorse economiche.

Alla cerimonia di Varese per il 25 aprile, il governatore ha aperto uno spiraglio, ammettendo che «si sta valutando» la questione pedaggi.

Per la Tangenziale di Como, il presidente è stato persino più esplicito, ipotizzando che «si potrebbe anche non pagare». La soluzione potrebbe essere quella di applicare un “pedaggio-ombra” su Pedemontana, per evitare il salasso da 60 centesimi sui varesini e sui comaschi.

In Consiglio regionale il fronte del “no” cresce, dopo che Forza Italia aveva annunciato l’intenzione di presentare una mozione contro il pedaggio sulla Tangenziale di Varese, come già fatto per Como.

«Il pedaggio sulla Tangenziale di Varese non deve essere applicato – ribadisce la consigliera regionale della Lega Nord – già il nostro territorio paga un prezzo molto alto per percorrere l’autostrada Milano-Varese, un ulteriore balzello sarebbe davvero troppo».

Maroni ieri a Milano, dove c’era la seduta congiunta delle commissioni lavori pubblici e ambiente del Senato, ha fornito ai senatori la lettera che aveva inviato al presidente del consiglio «con le richieste al Governo di finanziamenti per completare le opere e di provvedimenti che il Governo deve prendere per far sì che i lavori continuino e le opere siano completate».

Ad oggi però, fa sapere il governatore, «nessuna di quelle richieste è stata esaudita e questo significa aver perso un altro mese di tempo. Ho chiesto anche ai senatori della Commissione di sollecitare il Governo ad approvare i provvedimenti che sono dovuti per completare queste opere».

In particolare è allarme sul futuro di Pedemontana: «Manca ancora la defiscalizzazione di 480 milioni che il Cipe si era impegnato a fare a marzo, salvo poi rinviare al 19 aprile e poi dire che si sarebbero riuniti entro dieci giorni, ovvero il 29 aprile – spiega Maroni – Ma se oggi non venisse convocato il Cipe questo sarebbe un altro degli impegni presi e non mantenuti dal Governo e se non ci dovesse essere la defiscalizzazione, la Pedemontana si fermerebbe e non si riuscirebbe a completare il tratto B1 entro Expo».

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