«Non è colpa mia, non ero io che dovevo controllare». Un generale scaricabarile, cercando di indicare come colpevole delle irregolarità i colleghi e la società che gestiva l’invio delle cartelle. Il comandante della Polizia Locale di Casorate Sempione e due agenti hanno cercato di difendersi così, ieri mattina, nel corso dell’interrogatorio di garanzia tenutosi davanti al gip Nicoletta Guerrero. I tre sono indagati per truffa e falso in bilancio dal sostituto procuratore Pasquale Addesso in merito alla vicenda delle multe gonfiate arrivate nelle casa di migliaia di automobilisti.
A Casorate poteva capitare che una multa da 24 euro lievitasse, nel tragitto tra il comando e la casa dell’automobilista, fino a raggiungere l’incredibile cifra di 100 euro. Il tutto a causa di esose “spese di gestione”. E’ proprio da questo caso, segnalato alla Procura della Repubblica, che sono partite le indagini. I tre indagati, ieri, non sono comunque riusciti a spiegare come questo sia potuto accadere. A quanto avrebbero detto al giudice, probabilmente hanno sbagliato, ma non in mala fede, e comunque non con l’intenzione di fregare gli automobilisti. Ancora meno chiara è la questione della mancanza dei verbali originali delle contravvenzioni, alla base dell’accusa di falso. Le copie conformi mandate a casa dei multati non avevano infatti un verbale originale di riferimento. Ora il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere se accogliere la richiesta di interdizione dai pubblici uffici nei confronti dei tre indagati. Una decisione che dovrebbe essere presa a breve. Nel corso degli anni sarebbero state quasi 4.000 le multe gonfiate arrivate a casa di sfortunati automobilisti. In molti, però, si erano accorti che c’era qualcosa di strano. E tanti si sono rivolti al giudice di pace, vedendosi annullate le multe proprio a causa di quelle spese di gestione, considerate ben al di sopra della norma.
© riproduzione riservata