VARESE C’è chi colleziona farfalle, chi francobolli. E chi le edizioni del «Piccolo Principe» di Antoine de Saint-Exupéry, un capolavoro tradotto in più di 160 lingue per un numero di edizioni che supera di gran lunga le 700.
Samanta Tamborini, di Masnago, ne ha ben 81, in numerosissime lingue, compreso il finlandese e il thailandese. Alcune edizioni sono state acquistate durante i suoi viaggi. Altre le sono state regalate da amici, «che mi hanno odiato per aver chiesto loro di procurarmi una copia del libro ovunque andassero».
Alcune le ha comprate su internet e altre sono state scambiate con i numerosissimi collezionisti sparsi per il mondo, «che mi hanno fatto conoscere lingue che non avrei mai immaginato esistere». «E’ stato emozionante quando mi sono messa in contatto con una ragazza di Israele che mi ha mandato un’edizione nella sua lingua, con tanto di dedica – racconta Samanta – Il suo Paese era nel bel mezzo di un conflitto con la Palestina e ricevere quel libro è stato come avere tra le mani un pezzo di storia».
La collezione, iniziata per caso nel 2000 durante una vacanza con amici a Londra, «quando sono entrata da Harrods e volevo assolutamente portarmi a casa un ricordo di quei grandi magazzini», vanta la prima edizione del 1943, che venne stampata in inglese, a dispetto della nazionalità francese dell’autore. «Ho acquistato quella copia da una ragazza americana che me l’ha venduta per pochi spiccioli, non immaginandone il valore per un collezionista».
Divertenti le traduzioni in dialetto. Come il napoletano «O princepe piccerillo». Il veneto «El principe picinin». Il piemontese «El cit prinsi». E il milanese «El princip piscinin». «Manca però all’appello la traduzione in dialetto sardo che è molto rara e che sto cercando disperatamente – continua Samanta – Se qualcuno dovesse averla si faccia avanti».
Alcuni libri, come quelli scritti in cinese, ovviamente, si sfogliano al contrario.
«Ho letto questa favola per la prima volta da ragazzina e mi è sembrata divertente – spiega la collezionista – L’ho riletta da grande e ho apprezzato la sua disarmante semplicità. Ogni volta che aggiungo un pezzo nella mia libreria guardo compiaciuta la mia collezione e penso che ognuno dei libri è passato di mano in mano e quelli più vecchi e usati chissà da quali e quante mani sono stati sfogliati prima di arrivare a me. Penso ai chilometri che hanno percorso nelle valige o nelle buste, passando da aeroporti e uffici postali. Penso a quante persone hanno guidato nell’universo del piccolo principe e auguro a tutti di ricordarsi di essere stati bambini. Perché tutti lo sono stati, ma molti di loro non se ne ricordano».
Adriana Morlacchi
s.bartolini
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