Boschi infestati dalla droga: maxi operazione della guardia di finanza del Gaggiolo. Cinque pusher in manette: vendevano cocaina tagliata con Levamisole, praticamente letale, arrivando ad incassare sino a 4mila euro al giorno.
L’operazione Pusher Wood ha permesso di scoprire un nuovo bosco dello spaccio. Il blitz nasce dal lavoro di intelligence dei finanzieri, costantemente impegnati nel monitoraggio delle aree boschive di Malnate, molto frequentate da disperati (e non solo) che arrivano tra gli alberi per acquistare cocaina ed eroina.
Seguendo quella traccia i militari sono arrivati alla base, nascosta nella fitta vegetazione della zona boschiva tra i territori di Cantello, Malnate, Venegono Superiore e Tradate.
L’attività investigativa ha portato a scoprire una netta spartizione del territorio tra due bande di spacciatori marocchini: signori di morte incontrastati dell’area. I finanzieri hanno eseguito delle rapide incursioni per sondare questa realtà, sequestrando 26 grammi di cocaina e circa 12 di eroina, e raccogliendo elementi da brivido.
Oltre al gran numero di clienti, i militari hanno scoperto che in alcuni casi la cocaina fornita ai consumatori era tagliata con sostanze nocive, quali il Levamisole, farmaco antineoplastico normalmente usato per il trattamento del cancro del colon e usato anche come antiparassitario in veterinaria. L’assunzione di cocaina adulterata con Levamisole può ridurre notevolmente i globuli bianchi, sopprimendo la capacità del corpo umano di combattere le infezioni. L’uso di cocaina adulterata con Levamisole può favorire l’insorgere di svariate patologie, anche letali.
I militari, mimetizzandosi tra i compratori, hanno individuato i bivacchi delle due bande di spacciatori, nonché la fitta rete di “pali” creata a loro protezione.
Tossicodipendenti che in cambio di una dose presidiavano i confini del bosco, pronti a dare l’allarme all’arrivo delle forze dell’ordine. A quel punto i finanzieri del Gaggiolo, dopo aver identificato alcuni clienti, hanno organizzato due grandi blitz. Uno all’interno della zona boschiva di San Salvatore, il secondo in Venegono Superiore, all’interno del Pianbosco.
Gli interventi, attuati mediante tattiche militari di mimetizzazione nella vegetazione, azioni rapide e rastrellamento del bosco ad ampio raggio, hanno portato all’arresto dei cinque pusher, di cui quattro clandestini. L’indagine ha permesso anche di identificare numerosi affezionati clienti della banda di spacciatori: quattro di questi sono stati denunciati per favoreggiamento, in quanto sono stati indicati dagli altri come i “pali”.
Le indagini, ancora in corso, mirano all’individuazione di ulteriori responsabili, collegati ai soggetti già arrestati, in particolare sui canali di approvvigionamento della droga venduta.
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