Baby ladri bloccati dalla polizia di Stato in flagranza di reato. Due giovani Rom, lei croata di 16 anni, incinta, lui serbo di 13 anni, non punibile per la legge italiana. Entrambi arrivati a Varese da un campo nomadi di Milano.
Sono due piccoli ingranaggi del più vasto fenomeno del pendolarismo criminale: il 60% dei furti, sia ai danni degli esercizi commerciali che ai danni delle abitazioni private (percepito dai varesini, quest’ultimo, come il reato più odioso), viene consumato (o quanto meno tentato) da malviventi che arrivano da fuori provincia.
Nella maggior parte dei casi stranieri, in buona percentuale Rom, parecchi sono minorenni: «Perché rischiano meno» spiega Walter Piazza, esperto di sicurezza e presidente degli Angeli Urbani di Varese e dell’associazione per la legalità Sos Varese. «Anzi rischiano davvero molto poco».
Piazza, anche il virtù del suo ruolo nel panorama cittadino del volontariato, conosce il problema: «Arrivano in particolare dalle province di Milano e Bergamo» Si spostano in treno, ma non solo. A volte vengono accompagnati “sul posto” dai loro “sponsor”: «Chiedono l’elemosina – aggiunge Piazza – Ma non solo. Da quelle postazioni studiano la situazione, osservano. Trovano degli obiettivi. E quando tornano vanno a colpo sicuro».
Chiaramente il fenomeno è conosciuto alle forze dell’ordine che hanno immediatamente messo in campo la contromossa: servizi di controllo peculiari, con le stazioni sorvegliate più che speciali, mirati a fronteggiare il pendolarismo criminale. E il numero di arresti e denunce in quest’ambito è in costante aumento.
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