Gli svizzeri ci ridono in faccia. Ieri hanno aperto le porte dei loro cantieri. Per manifestare l’orgoglio per la precisione, in alcuni casi addirittura l’anticipo, con cui la tratta ticinese dell’Arcisate-Stabio viaggia verso la meta del Gaggiolo. Dove però si fermerà. Perché in barba alle dichiarazioni, su tutte quelle dell’assessore regionale alle Infrastrutture, , e del suo predecessore, , il tratto italiano non arriverà mai in tempo per l’Expo. E rischia addirittura di non vedere la fine. Visto che non è un mistero quanto emerso lo scorso martedì a Roma: il ministero dell’Economia, infatti, di fronte ad un’opera ferma potrebbe dirottare i soldi altrove.
«Lo so bene – ammette il senatore varesino della Lega Nord, – perché pur non invitato a quell’incontro mi sono presentato. E che la situazione fosse grave era chiarissimo. Per questo mi hanno letteralmente sorpreso le dichiarazioni di Del Tenno, volte a rassicurare il non rassicurabile. Io ho sempre evitato qualsiasi commento sulla situazione tenendo conto che troppi soggetti si sono sperticati in dichiarazioni a vanvera, compreso il Pd che in più occasioni ha garantito che il suo interessamento avrebbe prodotto risultati concreti». La realtà, però, è un’altra. Con la Ics, impresa che ha in carico l’esecuzione dei lavori, che ha sigillato il cantiere. E dichiarato ufficialmente lo stop di «ogni sua struttura logistica e la chiusura delle aree di lavoro».
«Avrei preferito silenzi maggiori rispetto a dichiarazioni di estrema superficialità, quando era evidente che la situazione stava decisamente degenerando – evidenzia Candiani – tra le parti in causa che sono solo Rfi e la Ics. Soggetti che devono essere chiamati a rispondere, ognuno a suo titolo, delle lacune e delle mancanze ormai evidentissime. Sia dal punto di vista progettuale, sia per la conduzione dei lavori». Ora Candiani ha un solo auspicio. «Lo stesso espresso dal capogruppo del Pd in Regione, – aggiunge – e cioè che l’iniziativa sia presa in mano direttamente da , affinché con il piglio che lo caratterizza provi a recuperare una situazione che è disperata».
E di intervento della Regione parla anche il presidente del consiglio regionale nonché ex assessore alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo. «La chiusura del cantiere – sottolinea – è un atto gravissimo e assolutamente inaccettabile. Ma più che la protesta la gente, da noi che abbiamo responsabilità politiche e istituzionali, si aspetta proposte e soluzioni. Nessuno può pensare di lasciare la Valceresio con un cantiere inattivo che la taglia in due. Ma non siamo al game over: c’è ancora spazio per una soluzione e la politica, a cominciare dalla Regione Lombardia, deve fare e sono certo farà la propria parte fino in fondo. Con un lavoro fatto bene ci sono le condizioni perché tutto riparta entrò fine mese e si trovino soluzioni definitive entrò fine anno. Al lavoro dunque senza perdere un minuto».
È evidente, però, che la strada sia in salita. «Quello che è successo ieri – spiega l’onorevole del Pd, – stride con le rassicurazioni che lo stesso ministro delle Infrastrutture, , aveva fornito in risposta alla mia interrogazione. I fattori in gioco sono molteplici: dai disagi dei cittadini alla perdita di credibilità nei confronti della Svizzera. Senza dimenticare il peso della perdita di occupazione. Per questo credo debba finire il tempo delle vane rassicurazioni per lasciare spazio ad azioni finalmente concrete».
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