Delitto della mani mozzate «Vivo nella casa dell’orrore»

COCQUIO TREVISAGO Da qualche settimana la villetta in via Dante Alighieri dove fu uccisa nel novembre del 2009 l’anziana di 82 anni Carla Molinari, alla quale furono mozzate le mani, è abitata da un nuovo inquilino. Si tratta di Pietro Iachino, pensionato di 76 anni, che ha acquistato la villetta in cui si consumò l’efferato delitto per stare più vicino alla figlia. Dal 1966, Iachino per motivi di lavoro si era trasferito oltralpe abitando prima a Parigi e poi ad Avignone. Aveva voglia di riavvicinarsi alla figlia, che nel frattempo si era costruita una famiglia a Cocquio, a pochi metri dalla villetta dell’anziana assassinata, e così ha deciso per l’acquisto dell’immobile più fotografato d’Italia nel 2009.

Più forte di suggestioni e cattivi pensieri, Iachino ha deciso di comprare l’abitazione al centro del caso di cronaca più clamoroso avvenuto in provincia negli ultimi anni. «Anche alcuni miei amici – racconta Pietro – si chiedevano come facessi a stare nella casa dopo quello che era successo. Ormai ci ho fatto l’abitudine, non è più un problema». La prima notte trascorsa nella villetta non è stata tranquilla. «Devo ammettere – racconta Pietro – che qualche effetto c’è

stato. Mi sono svegliato, ho fatto fatica ad addormentarmi, mi sono messo a leggere. Quando ho chiuso la porta non mi veniva voglia di andare a dormire. È stata una tragedia terribile, ma il fatto di non aver conosciuto la vittima è stato meno pesante di quello che poteva essere nel caso in cui fossimo stati conoscenti. Adesso, però, mi sono abituato. È piacevole abitare a Cocquio».

La sua è stata una vita da giramondo visto che da dipendente di Alitalia ha girato il globo. «Ho perso un figlio quando aveva soli 5 anni – racconta Iachino – sono stato a Caracas mentre è scoppiato il finimondo, ad Amman un poliziotto ha estratto una pistola davanti a me sparando a un serpente. Esperienze che mi hanno rafforzato e acquistare questa casa non è nulla in confronto. Sapevo quello che era successo ma mi interessava stare vicino a mia figlia».

Ogni ricordo del delitto è stato cancellato anche attraverso un intervento strutturale. La casa è infatti molto diversa rispetto a quella nella quale fu trovata morta e mutilata Carla: «La casa è stata rifatta – conclude Iachino – un intervento di rifacimento in ogni aspetto». Tra i vicini di casa è stato già soprannominato “il francese” ed è incredibile il fatto che la stessa Molinari, per i suoi trascorsi in Francia, fosse chiamata in paese “la francese”.

b.melazzini

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