Decifrare le elezioni Tra Renzi e grillismo

Le intenzioni di voto divulgate su twitter da Politica Italiana dà un quadro certo della nostra incertezza. Il Pd resterebbe il primo partito, sfiorando il 29%, tallonato dal Movimento Cinque Stelle, che avrebbe superato abbondantemente il 27%. Forza Italia sarebbe al 21,3.

Sopra alla fatidica soglia del 4%, ci sarebbero anche la Lega (al 5,3%), e l’accoppiata Ncd-Udc (al 4,8).

Al 3,8, Fratelli d’Italia e la sinistra di Tsipras. Il condizionale è d’obbligo. Perché al voto mancano ancora tre settimane, che in politica equivalgono a un’era geologica. Tuttavia, come in ogni cosa i numeri ci parlano. Ci dicono che i partiti soffrono. Tutti i partiti. Anche quelli nati da una rottura, da un atto di discontinuità.

La Lega, sebbene in rimonta, ha evidentemente smarrito l’appeal del guerriero. I motivi sono diversi. I vent’anni di potere, di posti al sole, di governo.

Le figuracce di alcuni suoi esponenti. Il tramonto del carisma (e dell’intuito) bossiano. E l’Ncd, nato dal rifiuto dell’eternità berlusconiana, è visto come una scialuppa, carica di talenti, ma un po’ alla deriva.

Complice, forse, la fragilità politica di Alfano, il quale, a ogni prova del fuoco, finisce affumicato. Vedere, per credere, i tentennamenti sul decreto lavoro.

E il Pd? Da sempre una galassia variegata, oggi il centrosinistra vanta un leader indiscusso. Renzi e la maggior parte degli italiani vivono ancora una luna di miele che si traduce in una sorprendente apertura di credito e in una durevole indulgenza nei confronti del premier. Un comandante solido, dunque, capace di silenziare la minoranza interna. Persino i piddini più antirenziani sembrano diventati afoni. Segno di un segretario che sa imporre e disporre, elargire e recintare, dividere e imperare.

E poi c’è Grillo. Con le sue urla, il suo blog, la sua comunicazione continua, ossessiva, capillare, agile. E il suo rifiuto totale. La sua coerente preclusione nei confronti di tutto e tutti. Oggi lo danno al 27,4%.

La metà dei suoi elettori ha meno di trent’anni. Se alle nuove piattaforme i Cinque Stelle aggiungessero una componente più tradizionale. Se solo affittassero qualche ufficio, con bandiera esposta e luce accesa fino a tardi. Se raggiungessero i nonni con la stessa determinazione con cui parlano ai nipoti, beh, a quel punto, il sorpasso sarebbe certo.

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