“Il pianista fuori posto” ha fatto il bis a Varese. È tornato in città per un giorno – e si è stanziato ieri all’ombra del Garibaldino – Paolo Zanarella che, fin dal mattino, ha suonato il suo pianoforte en plein air.
«Sono contento dell’esito della giornata», ha detto l’artista padovano, amante dell’improvvisazione, che da qualche anno porta la musica in contesti inusuali e straordinari.
Classici senza tempo, brani originali dei suoi due cd o cover come quelle dell’ultimo disco, tutti suonati con l’unico scopo d’avvicinare chiunque alla musica classica.
«La gente ha reagito bene sono contento – ha detto Zanarella seduto di fronte al suo inseparabile pianoforte – . Tanti mi hanno detto: “Per fortuna sei tornato”, perché mi avevano già visto. Altri “per fortuna che sei arrivato” perché mi ha visto in tivù o su qualche giornale». I varesini hanno tradito la loro fama di riservatezza. «Varese è tranquilla, mi pace, e la gente della città non è affatto indifferente. Di fronte a questo piccolo esperimento si sono fermati in tanti e li ho visti curiosi. In molte altre città ho trovato molta più indifferenza». Quello che accomuna chi incontra “il pianista fuori posto” è la curiosità.
«Si meravigliano di trovare un pianoforte in strada. La domanda che più facilmente mi fanno riguarda il metodo di trasporto del piano. Mi chiedono come faccio a portarlo in giro».
Zanarella, infatti, si muove con grande libertà da solo, con il suo strumento e un furgone, per questo molte sue incursioni sono straordinarie. «Vado nei posti che decido io o, a volte, in quelli in cui mi chiamano. Ma in generale mi piace poter sperimentare e provare».
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