TRONZANO LAGO MAGGIORE C’è di nuovo un guardrail nerazzurro lungo la strada statale 394. Lo si può trovare sulla sinistra procedendo da Maccagno in direzione del valico doganale di Zenna. Appena varcato il confine comunale di Tronzano Lago Maggiore. Nerazzurro ma non legato solo all’Inter.
Perché il riferimento non è a qualche impresa della squadra di calcio. Corre infatti dritto al ricordo di suoi due giovanissimi tifosi, uccisi dalla strada. Parla della volontà di non voler dimenticare Andrea Fiore e Antonio Petraccaro,
che in quel punto della statale hanno trovato nell’ottobre del 2009. E non è solo una manifestazione d’affetto. È il simbolo della caparbietà dei loro amici: ragazzi di Pino Lago Maggiore, Tronzano e Maccagno. Che dopo essersi visti cancellati quella sorta di altare creato su un guardrail a lato della strada – rimosso nei giorni scorsi durante alcuni lavori di manutenzione – non si sono persi d’amino. Smaltita la rabbia e la delusione, soprattutto per l’affronto alla memoria dei due giovanissimi, si sono rimboccati le maniche. Hanno ripreso pennelli e vernice e lo hanno colorato di nuovo. Per tornare a ricostruire, giorno dopo giorno, quel simbolo di ricordo, amicizia e affetto. «L’altare non è ancora completo – raccontano ora gli amici – ma ha già iniziato a raccontare il nostro affetto e la nostra voglia di non dimenticare mai Andrea e Antonio». L’obiettivo, infatti, è quello di far ritornare questo spicchio di strada com’era prima dell’intervento della ditta incaricata da Anas di sostituire tutti i guardrail della statale. Lavori la cui esecuzione ha portato con sé anche la scomparsa di tutti gli striscioni, delle sciarpe, dei cappellini e degli altri oggetti che erano appartenuti ad Andrea e Antonio o erano stati posati in quel punto proprio per loro. Spariti dalla sera alla mattina senza che né i familiari, né gli amici e tanto meno i comuni potessero fare qualcosa per impedirlo. Anche solo per consegnare alle famiglie quegli effetti personali che nel corso dei mesi erano andati a comporre l’altare della memoria. Uno spazio del ricordo che però tornerà presto completo. «Lo avevamo promesso subito dopo aver preso atto della rimozione. Un gesto insensibile che ha offeso il ricordo dei nostri amici. Aspettavamo il via libera delle famiglie e non appena è arrivato ci siamo messi al lavoro. Ognuno – fanno sapere i ragazzi della zona – ha così portato il proprio contributo. Con un solo scopo: ricreare quel luogo di ricordo dedicato ad Andrea e Antonio».
b.melazzini
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