«Malpensa la smetta di pensare ad Alitalia: è ora di ritagliarsi una nuova vocazione». È il suggerimento di Andrea Boitani, professore ordinario di economia all’università Cattolica di Milano ed esperto del settore del trasporti, già consigliere del ministero dei Trasporti a metà anni ’90, componente della commissione per il Piano nazionale dei trasporti (dal ’99 al 2001) e consulente del Nars, il nucleo per la regolazione dei servizi di pubblica utilità del Cipe.
L’esperto, che considera la trattativa Alitalia-Etihad «indifferente per gli interessi del sistema nazionale dei trasporti», visto che riguarda soltanto gli investimenti privati dei soci di Alitalia, slegherebbe il destino di Malpensa dalla vicenda della compagnia con base a Fiumicino.
«Credo che siano due cose distinte e staccate tra di loro – spiega il professor Boitani – Alitalia è una società privata e se ne strainfischia degli investimenti pubblici fatti. Oltretutto quando nel 2008 Alitalia era pubblica, la questione Malpensa non era stata posta, quando si trattava di favorire il salvataggio della compagnia di bandiera ad opera dei “capitani coraggiosi”».
«Se allora, affermando che per Malpensa si prospettavano magnifiche sorti e progressive, si tacque per problemi di alleanze politiche tra Lega e Forza Italia, quest’ultima favorevole all’operazione, credo sia scorretto tirare fuori il problema oggi. Quando gli unici soldi pubblici coinvolti sono quelli di Poste Italiane, per la sopravvivenza fino a fine trattativa».
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