Stritolato dal macchinario Turni di notte sotto accusa

«Il lavoro notturno va ripensato, a furia di lavorare di notte con il trascorrere degli anni aumenta il rischio di incorrere in incidenti come quello avvenuto a Olgiate Olona. C’è un problema di natura biologica con cui dover fare i conti».

A parlare è stato, sindacalista tessile della Cgil. All’indomani del terribile incidente sul lavoro nel quale alla storica tessitura Valdolona di Olgiate ha perso la vita un operaio di 58 anni di Legnano, , i sindacati puntano l’indice contro le fatiche del lavoro di notte. Per il momento la dinamica dell’incidente non è ancora chiara, ma secondo i primi riscontri Gagliano è deceduto dopo essere finito negli ingranaggi di una macchina avvolgitelo, forse a causa di un malore. Non ci sono testimoni oculari del dramma: l’uomo in quel momento era solo nel capannone.

I familiari, non vedendolo rincasare dopo il lavoro, hanno dato l’allarme: martedì mattina sono stati i colleghi del turno diurno a rinvenire il corpo, rimasto intrappolato ra le tele del macchinario. Inutili i soccorsi: lo sfortunato lavoratore era già senza vita da chissà quante ore.

Sull’incidente stanno indagando i carabinieri e i tecnici dell’Asl, che nella giornata di ieri hanno compiuto tutti i rilievi del caso per ricostruire la dinamica e accertare eventuali responsabilità. «Serve una riflessione profonda – insiste il sindacalista – già da qualche anno se ne parla, ma è un discorso ancora aperto. La questione è molto semplice: la notte è fatta per dormire ed è ovvio che se una persona svolge l’attività lavorativa nel turno notturno, cambia la fisiologia. E’ un fattore biologico».

«Ci sono due turni di logoramento. Lavorare di notte è una forzatura rispetto alla vita normale, perché ogni ritmo poi cambia. Siamo in Europa e quindi dobbiamo adeguarci, ma serve una riorganizzazione che tenga conto, per il turno notturno, dell’età dei lavoratori. Non si può lavorare di notte allo stesso modo, a 30, 40, 50 anni: devono essere introdotti meccanismi di progressione perché con l’età si abbassano i livelli di attenzione». Sulla dinamica dell’infortunio sta indagando la magistratura: «Dobbiamo denunciare ancora una volta che si è persa una vita umana a causa della mancata prevenzione degli infortuni –

reclama la Cgil in un comitato – Già il fatto che il lavoratore prestasse la sua opera da solo, senza che ci fosse un efficace sistema di avviso o chiamata e intervento in caso di emergenza, mette in rilievo una lacuna nelle procedure del sistema di sicurezza aziendale. Se poi, come sembra, il lavoratore è rimasto preso nel macchinario, ci si può legittimamente chiedere se le protezioni e i dispositivi di sicurezza fossero funzionanti e se la stessa macchina fosse in regola con le misure antinfortunistiche previste dalla normativa». Intanto è stato sottoposto a sequestro l’impianto.

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