SESTO CALENDE Il caso della Lascor – dove il referendum dei lavoratori ha sancito il no al ciclo continuo (e alla stabilizzazione dei precari) fa discutere anche i politici.
«I sacrifici dobbiamo affrontarli tutti, in primis noi politici. Ma questa è una situazione che fa riflettere». A parlare è Lara Comi, europarlamentare che si è trovata ad approfondire diversi temi economici, tra cui quello dei frontalieri. «La domenica oggi è un mito da sfatare, vedi il discorso delle liberalizzazioni – osserva Comi – Fermo restando il diritto di tutti al giorno di riposo. Sono disposta ad andare da questi lavoratori». Per ascoltare le loro ragioni, per confrontarsi.
Lo farebbero anche Daniele Marantelli e Fabio Rizzi, rispettivamente deputato del Pd e senatore della Lega. Il mondo va a rotoli, hanno commentato in tanti, suscitando l’indignazione di molti lavoratori della Lascor. «Non so se va a rotoli – osserva Rizzi – ma sta cambiando. E se un’azienda decide di tenere aperta l’attività la domenica, lo fa anche con dei costi. I suoi sforzi vanno assecondati. È grasso che cola». Tanto più se l’azienda è svizzera, e di questi tempi investe qui.
Parte dalla crisi «e dai danni incalcolabili prodotti dalle classi dirigenti», Marantelli. Che ricorda: «Il 21 giugno scorso all’assemblea degli industriali sentivo sostenere che si sarebbe usciti dalla crisi. Io mi stupivo anche del silenzio su Malpensa, che ci sta costando centinaia di posti di lavoro. Muta il valore del lavoro conosciuto per decenni. Però attenti ai paternalismi come agli epiteti».
m.lualdi
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