Lavoro malato: task force da mezzo milione di euro. Da giovedì a domenica controlli a tappeto dei militari del nucleo carabinieri ispettorato del lavoro, guidati dal maresciallo capo , con i funzionari dell’ispettorato del lavoro della direzione territoriale, hanno passato al setaccio 19 attività tra cantieri, tessiture e locali pubblici.
Il bilancio è devastante: 20 persone denunciate a vario titolo, 16 lavoratori completamente in nero scovati in pizzerie, ristoranti e tessiture, con sanzioni amministrative complessive per 300 mila euro, e contributi non versati e tasse evase per altri 200 mila euro. Tre licenze commerciali sospese. Le situazioni peggiori a Gallarate e Cardano al Campo. E torna l’incubo Cina che sulla tutela del lavoro non guarda in faccia a nessuno e non cambia rotta.
A Gallarate il blitz dei militari ha letteralmente investito la pizzeria d’asporto Alpha, locale noto e gigantesco. Al momento dell’accesso i militari hanno scovato in totale undici lavoratori “in nero” sui 15 presenti. Praticamente il 73% del personale in servizio non aveva un regolare contratto di lavoro.
Le violazioni riscontrate non riguardavano, è bene precisarlo nè la qualità del cibo nè le norme igienico sanitarie.
Per il locale è scattata la sospensione della licenza commerciale così come prevede la norma. La pizzeria potrà evitare la chiusura se entro le 12 di oggi regolarizzerà le posizioni di tutti i lavoratori e pagherà una sanzione da 1.950 euro. Naturalmente, a seguito dell’ispezione, dovrà poi versare anche quanto frodato allo Stato in materia di contributi e tasse non versate per i lavoratori fantasma.
Stesso destino è toccato al ristorante “L’oca ubriaca” di Laveno Mombello. I militari del Nil aveva già eseguito un accesso settimana scorsa trovando tre lavoratori in nero. Tornati a sette giorni di distanza hanno incredibilmente trovato un quadro peggiore: i lavoratori non in regola in servizio erano questa volta cinque. Anche il ristorante di Laveno dovrà regolarizzare i lavoratori e pagare la sanzione entro le 12 di oggi se vorrà evitare la chiusura.
A Cardano al Campo, in via Gran Sasso, carabinieri e funzionari hanno dovuto fronteggiare un amarcord. Controllando una tessitura di proprietà di imprenditori cinesi, con al lavoro operai cinesi, già finita sotto sequestro due anni fa.
Quindici minuti dopo la mezzanotte di sabato i militari hanno trovato al lavoro in tessitura sei persone, di cui due completamente in nero. Due anni fa le violazioni riscontrate erano tali (soprattutto in materia di sicurezza sul lavoro, lavoro nero e norme igienico sanitarie) da far scattare il sequestro. L’ultimo accesso ha mostrato una situazione di illegalità più contenuta.
In sintesi il sequestro di due anni fa ha costretto i proprietari a sistemare le violazioni riscontrate all’epoca. Forti di grande liquidità (come tutti gli investitori asiatici) i titolari hanno sistemato le contestazioni salvo poi continuare a non rispettare le regole. Prova ne sono i due operai in nero sorpresi l’altra notte.
Infine il settore edile. Tre i cantieri controllati tra Bodio Lomnago, Varese e Saronno. Tutte le violazioni riscontrate inserivano la sicurezza sul lavoro. Il caso più grave a Saronno: operai acrobati lavoravano su ponteggi non protetti con rischio di caduta sin da 15 metri. Il cantiere riguarda la posa di un impianto fotovoltaico sul tetto della piscina comunale di via Miola. La struttura è pubblico e l’area è stata posta sotto sequestro preventivo. Si tornerà al lavoro quando la zona lavoro sarà rimessa a norma.
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