«Mollo tutto e mi metto a produrre un “signor” olio extravergine di oliva»: il coraggio di Marco Bonsignore, trentenne varesino, che ha abbandonato una carriera sicura in una società di vigilanza per fare l’imprenditore nell’agroalimentare al sud, in Sicilia, terra di famiglia.
«Ora torno a vivere a Milano, con lo sguardo rivolto ad Expo».
È una di quelle storie “anticicliche” che mostrano come idee, determinazione e un po’ di sana “follia” possano sfidare la retorica dell’inevitabilità della crisi.
Una decina di giorni fa il neo-imprenditore dell’olio ha organizzato a casa sua, ad Albizzate, una serata di degustazione di “Kothon”, l’olio extravergine di oliva (il nome deriva dal fiume Cottone che scorre poco distante dai terreni di coltura) che ha iniziato a commercializzare, raffinando una produzione che era nata inizialmente solo ad uso familiare.
Classe 1984, nato a Varese, Marco Bonsignore ha vissuto gli anni della gioventù a cavallo tra la nostra provincia e la terra natìa dei genitori, la valle dei templi di Selinunte, nella Sicilia più profonda, in provincia di Trapani.
L’avventura della produzione di olio nasce più di dieci anni fa, quando il padre di Marco decide di investire in un piccolo appezzamento di terreno composto quasi esclusivamente da ulivi di Nocellara del Belice, a Selinunte.
E così Marco inizia a prendersi le ferie nel periodo della raccolta, rigorosamente fatta a mano, delle olive, e insieme a papà si occupa della mollitura e dell’imbottigliatura. Le olive verdi di Nocellara sono un prodotto di alta qualità, che vanta riconoscimenti Dop sia come frutto che come olio.
«In questi dieci anni di attività ho potuto maturare una significativa e calibrata esperienza – racconta il giovane imprenditore – non troppo corta da cadere in errori da inesperto, né troppo lunga da diventare tradizionalista e antiquato. Così, circa un anno fa, ho deciso di acquistare un altro terreno con l’obiettivo di raddoppiare la produzione e avviare la commercializzazione del mio olio extravergine di oliva in vetro, da commercializzare a selezionatissimi ristoranti ed eno-gastronomie di alta qualità».
Una scommessa che ha dato ottimi frutti, tanto da indurre Marco Bonsignore ad abbandonare il suo lavoro, un contratto a tempo indeterminato in una società di vigilanza dove gestiva un organico 150 persone, per «buttarsi anima e corpo in questa nuova avventura». E in soli tre mesi è riuscito a vendere quasi la metà della produzione, realizzando circa il 50% del fatturato annuale. Così l’avventura continua, con l’obiettivo di consolidare l’immagine del prodotto e valorizzarlo, con la partecipazione a fiere specializzate di settore e con la prospettiva di un grande evento dedicato in primis all’agroalimentare come l’Expo 2015 di Milano.
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