Napoli, 4 feb. (Apcom) – Gli agenti della squadra mobile della
questura di Napoli hanno arrestato, a Villaricca, Domenico
D’Ausilio, 58 anni, detto ‘Mimì o’ sfregiato’, capo dell’omonimo
clan che opera nel quartiere Bagnoli. Con lui sono finiti in
carcere due fiancheggiatori che avevano il compito di custodire
le armi per conto del ras dei quartieri flegrei di Napoli. Con
l’accusa di detenzione e ricettazione di armi, sono stati
arrestati Emilia e Michele D’Alterio, destinatari dello stesso
provvedimento emesso dalla Dda partenopea che ha portato oggi in
carcere D’Ausilio e, lo scorso 17 ottobre, Salvatore D’Alterio. I
due, figlio e cugina di Salvatore, nascondevano anche alcune armi
da guerra tra cui munizioni e bombe a mano.
Gli arresti di stamani rappresentano l’epilogo di un’operazione
avviata lo scorso ottobre quando, nei pressi dell’abitazione di
D’Ausilio, gli agenti della squadra mobile di Napoli,
sequestrarono numerose armi tra cui una mitraglietta Luger
calibro 9 con silenziatore e caricatore completo di otto
cartucce, una bomba a mano a frammentazione di fabbricazione
dell’Est e quattro pistole di vario calibro. In quell’occasione
fu anche arrestato Salvatore D’Alterio che risultò il detentore
delle armi. Dopo qualche giorno, non lontano dal luogo del primo
ritrovamento, furono trovate altre armi tra cui tre fucili,
centinaia di cartucce di vario calibro e un kalashnikov.
L’attività investigativa, supportata anche da sorveglianza
elettronica, ha successivamente portato a raccogliere elementi
utili per accusare Michele ed Emilia D’Alterio che, dopo
l’arresto del loro congiunto, avevano assunto un ruolo di primo
piano all’interno dell’organizzazione. In particolare, è emerso
che le armi erano custodite da Salvatore D’Alterio per conto di
D’Ausilio, che gli forniva puntuali indicazioni sulla gestione
dell’arsenale, ma quando Salvatore fu arrestato, gli altri due
indagati subentrarono al suo posto.
Nel corso dell’operazione sono state trovate altre due pistole,
un revolver calibro 357 magnum a canna lunga, completo di
cartucce, e una pistola semiautomatica calibro 7,65 di
fabbricazione ceca, con silenziatore. Utili per confermare
l’impianto accusatorio le rivelazioni di un collaboratore di
giustizia che ha fornito informazioni a conferma di quanto già
acquisito dalla polizia giudiziaria nella fase delle indagini.
Gtz
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