Husqvarna e gestione Bmw Die Welt squarcia il velo

Il caso Husqvarna varca i confini nazionali e quelli della stampa specializzata. Un articolo sul popolare quotidiano tedesco Die Welt ha squarciato il velo sulla gestione della Bmw del marchio varesino, prima della cessione a Ktm. Nell’articolo intitolato “Sabbia negli ingranaggi”, dove il giornale tedesco interpella sia lavoratori dell’Husqvarna che dirigenti della Bmw, emerge un’analisi molto severa della gestione del marchio di Monaco in quel di Biandronno.

«Bmw doveva sapere che cedendo a Ktm, gli austriaci avrebbero chiuso la fabbrica e portato tutto in Austria» l’accusa di un lavoratore intervistato da Die Welt, che ricorda come «tra il 2008 ed il 2012, Husqvarna abbia perso 240 milioni di euro». «Siamo andati a protestare davanti alla sede di Bmw Italia – accusa un altro lavoratore intervistato – ci hanno promesso delle risposte ma nessuno si è più fatto vivo». La lista delle accuse alla gestione tedesca di Cassinetta è piuttosto lunga,

a partire dalla sostituzione dei tradizionali fornitori di materiale e del conseguente aumento dei prezzi. Secondo quanto riportato dal quotidiano, i costi del materiale sono aumentati dall’80% su tutto il fatturato all’87%. Altra nota dolente, messa in luce dall’articolo, l’abnorme numero di consulenti esterni, arrivati a costare 16 milioni di euro, quando il costi dei dipendenti non superava i 15 milioni. Nessuno sconto nel reportage del giornale tedesco anche sotto il profilo tecnico, dal fallimento del modello Nuda 900, con 10 milioni di euro in fumo, all’inaffidabilità dei motori Kymko provenienti da Taiwan. Die Welt dà ovviamente spazio alle tesi della Bmw, riportando alcune dichiarazioni dei dirigenti tedeschi. «Il segmento sportivo copre solo il 10% del mercato – afferma nell’articolo Klaus Allisat, da settembre 2010 capo di Husqvarna – volevamo allargare la clientela conquistando i giovani; Husqvarna è un marchio piccolo ma ha mercato in Usa, Australia e Italia». Insomma, l’investimento era giusto e l’ottimismo iniziale era intatto anche nel 2010.

Secondo un altro dirigente Bmw un ostacolo era rappresentato dagli impianti antiquati di Cassinetta. A dare il colpo di grazia all’operazione, la crisi economica ed il relativo crollo delle vendite del settore moto. Secondo quanto riportato da Die Welt, la cessione a Ktm non era l’unica opzione sul campo. Il giornale tedesco riporta una dichiarazione di Giovanni Castiglioni, patron di Mv Agusta, interessato secondo l’estensore dell’articolo «per il know how rappresentato dal personale». «A inizio 2013 stavamo quasi firmando l’accordo ma Bmw non è stata corretta e sono ancora arrabbiato per questo» la dichiarazione di Castiglioni riportata da Die Welt

Biandronno

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