Area delle Nord, si sgonfiano le bolle per Expo? I tempi sono strettissimi, così si profila il rischio concreto che la “porta di Expo” rimanga un sogno nel cassetto.
«Non demordo» ammette l’ingegner , che aveva presentato l’avveniristico progetto al workshop sulla competitività lo scorso aprile. Immaginando una “porta di Expo” con tre bolle dedicate ciascuna a padiglioni espositivi innovativi per attrarre visitatori in transito verso Expo: una “vertical farm” per la coltivazione idroponica, un “cyber art centre” in collaborazione con l’Icma e le “case-container” per l’emergenza abitativa.
Ma i tempi per concretizzare il progetto sono risicati, visto che la sola installazione dei tre padiglioni in Etfe, il polimero ecologico e innovativo che è stato utilizzato anche per la copertura dell’Allianz Arena di Monaco di Baviera, richiederebbe circa sei mesi di tempo. A cui vanno aggiunti i tempi burocratici per la presentazione dei piani urbanistici e per la concessione delle autorizzazioni, passando per il consiglio comunale, viste le ristrettezze di bilancio del Comune e della Camera di Commercio.
E potrebbe avere interesse a farlo solo lo stesso investitore che dovesse proporsi per la rinascita urbanistica dell’intero comparto dell’area delle Nord. L’interesse da questo punto di vista non mancherebbe, ma su questo fronte Busto Arsizio ha già riservato una scottatura ai tempi dell’accantonamento del masterplan.
E il Comune che fa? Per ora, come spiega l’assessore all’urbanistica , sta predisponendo «la definizione degli spazi pubblici» nell’ambito dell’area delle Nord, come previsto dal piano di governo del territorio. Un compito che dovrà essere messo a punto entro la fine dell’anno, per specificare quali strutture e standard pubblici dovranno essere garantiti dai privati che vorranno intervenire in quell’area.
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