Claiton Dos Santos, Simone Pecorini, Krisztian Tamas: potrebbero essere loro i prossimi tre colpi di mercato del Varese.
«Mi sentivo un brasiliano di Varese». Basterebbe questa dichiarazione, rilasciata un paio d’anni fa a “La Gazzetta del Mezzogiorno”, per far capire quanto stretto sia il legame tra Dos Santos e la famiglia biancorossa.
Un feeling con Varese, e con il Varese, sbocciato in fretta: Claiton Dos Santos Machado (da Santa Helena, stato di Goiás) arriva nella Città giardino nel 2006, in comproprietà dal Milan, che a sua volta lo aveva prelevato dal Bologna, dove il difensore brasiliano ha iniziato la sua carriera (esordendo anche in serie A contro l’Inter, il 17 giugno 2001). La società rossonera lo presta prima al Prato, poi al Lecco: esperienze insipide, otto presenze e zero gol. Ma a Varese inizia tutta un’altra storia.
Colonna della retroguardia di Beppe Sannino, il brasiliano – 186 cm per 79 kg – diventa uno dei protagonisti della scalata biancorossa dalla Seconda Divisione alla serie B.
Un gladiatore: serio, umile, determinato, non esce mai dal campo senza aver lasciato anche l’ultima goccia di sudore.
Un paio di svarioni (il fallo di mano in area a Busto nel derby con la Pro Patria, e l’autogol al 94’ a Modena contro il Sassuolo) sono solo due macchioline che non scalfiscono cinque stagioni da protagonista in maglia biancorossa: 131 presenze, 8 gol.
“Un brasiliano di Varese” amato anche per il suo atteggiamento fuori dal campo, «sempre pronto a scherzare con i bambini della scuola calcio» come scrisse una volta “un varesino del Brasile” come Marco Caccianiga.
Nel 2011 Claiton passa al Bari, e anche in Puglia lascia ottimi ricordi: nelle sue due stagioni con i galletti colleziona 64 presenze condite da 6 reti, prima di raggiungere al Chievo il suo vecchio condottiero Beppe Sannino. L’esperienza in gialloblù però non si rivela fortunata, né per Claiton (che totalizza solo 6 presenze), né per Sannino che viene esonerato dopo 12 giornate. In pochi però incarnano più di Dos Santos lo spirito guerriero del Varese capace di risollevarsi dall’inferno fino a sfiorare la promozione in serie A.
Nel 2002 i gemelli milanesi Simone e Gabriele Pecorini hanno 9 anni quando entrano a far parte dei pulcini dell’Inter. Nel 2008 Gabriele va in prestito al Monza: da lì a poco deciderà di appendere le scarpette al chiodo. Simone invece fa carriera.
Classe 1993, nato come centrocampista difensivo, Simone Pecorini è un ragazzone di 1.90 che ha nella duttilità tattica una delle sue qualità migliori. Percorre tutta la trafila delle giovanili nerazzurre fino alla Primavera (interrotta da una breve esperienza in prestito al Sassuolo).
Nel 2011, mister Andrea Stramaccioni lo reinventa esterno basso sulla fascia destra: un ruolo in cui Pecorini si adatta a meraviglia, sfruttando le sue doti fisiche. Con la Primavera dell’Inter il ragazzo si toglie parecchie soddisfazioni, a cominciare dal trionfo nella Next Generation Series. Ma proprio dopo la finale vittoriosa con l’Ajax, l’ascesa di Pecorini subisce una battuta d’arresto a causa di una maxisqualifica di 9 mesi (poi ridotta a 6) per aver aggredito l’arbitro subito dopo i rigori decisivi. Scontato il lungo stop, nel 2012 il difensore va in prestito all’Empoli, ma è al Cittadella che arriva la svolta: nella scorsa stagione Pecorini è stato uno dei protagonisti della salvezza dei veneti, disimpegnandosi bene in difesa sia come esterno che come centrale.
Un nomignolo impegnativo ma che rende l’idea sulle caratteristiche tecniche di Krisztian Tamas, nato a Budapest il 18 aprile 1995.
Terzino sinistro, 175 cm, Tamas si è messo in luce nella Primavera del Milan allenata da Pippo Inzaghi per le sue doti di instancabile motorino sulla fascia sinistra. Il Milan lo ha prelevato nel 2011 dall’Haladas, soffiandolo alla concorrenza di Tottenham e Arsenal. Varese potrebbe essere la piazza ideale per la crescita del gioiellino magiaro.
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