Misterioso dipinto in dogana Giallo “artistico” al Gaggiolo

Natura morta con giallo sequestrata al Gaggiolo: denunciato un operaio di 48 anni residente a Cantello. A scovare il dipinto, sistemato nel bagagliaio dell’auto dell’uomo pronto a varcare il confine con la Svizzera, gli uomini della guardia di finanza.

Un dipinto che sembrerebbe risalire ai primi del 1800, con cornice barocca. Ovvio che la presenza del quadro nel bagagliaio dell’operaio abbia attirato l’attenzione dei militari delle fiamme gialle. E ancora di più l’ha attirata, la loro attenzione, il timbro apposto sul retro della tela: timbro che indicherebbe, secondo gli inquirenti, la provenienza museale del dipinto.

Ed è scattata l’indagine: da dove viene il quadro? Quel timbro indicherebbe un interesse storico e artistico nei confronti del dipinto. Il sigillo, ad una prima occhiata, porterebbe la pista degli inquirenti in direzione Monza. Forse la natura morta proviene da una struttura museale con sede in quella provincia. L’operaio, incensurato, ha mostrato un certo sgomento. Della provenienza del dipinto non sapeva assolutamente nulla: ai militari ha raccontato di averlo ricevuto in dono. Un regalo del suo datore di lavoro per celebrare i 30 anni di attività dell’operaio in quell’azienda: stando all’età l’uomo avrebbe iniziato a lavorarvi appena maggiorenne affrontando in quel solo luogo la propria crescita professionale. Un dono a ricompensa della sua fedeltà.

Ma perché quel quadro era diretto in Svizzera? Cosa ne avrebbe fatto l’operaio? E ancora: da dove viene esattamente il dipinto? Quel timbro è un rompicapo. E’ provento di furto? Oppure è stato regolarmente acquistato? Sulla scorta di queste domande il pubblico ministero ha disposto il sequestro probatorio della tela.

Nelle prossime ore sarà contattata la Soprintendenza ai beni artistici e culturali. Il timbro dovrebbe rappresentare la chiave dell’enigma: gli archivi della Soprintendenza sveleranno l’arcano. E decreteranno il destino dell’operaio. L’uomo, qualora il dipinto risultasse “non pulito”, dovrebbe provare la propria buona fede.

Così come il datore di lavoro in caso venisse confermato che a donare il dipinto fosse stato proprio lui. E infine la Svizzera: Lugano è piena di gallerie d’arte. Che la tela fosse destinata alla vendita? Nei prossimi giorni tutti i soggetti coinvolti nel ritrovamento saranno ascoltati. In attesa che il timbro chiarisca il mistero del misterioso quadro rinvenuto alla frontiera.

Simona Carnaghi

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