Si gioca l’incasso e simula una rapina per non far arrabbiare papà: giovane ambulante denunciato per simulazione di reato.
È finita nel peggiore dei modi la storia imbastita dal ragazzo, 28 anni di Milano, per non dover confessare ai genitori di aver perso i 300 euro incassati con la vendita di frutta e verdura quel giorno tra slot di videolottery. È accaduto l’altro ieri in Valbossa. Il giovane, che con il padre gestisce una vendita di frutta e verdura ambulante, si è decisamente lasciato prendere la mano.
Terminato il lavoro ha iniziato a giocare. Ha giocato sino a quando i soldi non sono terminati. La cassa vuota, la vergogna di aver ceduto al vizio, la paura di dover raccontare tutto ai genitori che su quei soldi contavano e che certamente non avrebbero preso bene l’accaduto. Nel tormento, nell’ansia di farla franca e sfuggire all’essere causa di delusione profonda, l’ambulante ha partorito un piano.
Un piano assurdo, visto dall’esterno, ma che a lui, tormentato e bisognoso di immediata scappatoia, è apparso perfetto. Così si è presentato alla stazione carabinieri di Azzate: «Mi hanno aggredito e rapinato» ha dichiarato indicando persino un livido sul volto. «Mi hanno portato via tutto l’incasso». Dove? Sul lungo lago, zona di Bodio o giù di lì. I militari hanno dato il via alle indagini: e più i carabinieri cercavano di ricostruire l’accaduto, dopo un sopralluogo sul non ben identificato teatro della rapina, più il ragazzo si confondeva. Cambiava versione, veniva colto da improvvisi vuoti di memoria. Rendendo di minuto in minuto più evidente la sua bugia.
Sino a quando non è crollato: ai carabinieri, che non si sono fatti ingannare, alla fine ha raccontato la verità. Nessuna rapina, si era inventato tutto per giustificare in qualche modo la perdita al gioco. E per lui è scattata la denuncia. Risponderà di simulazione di reato.
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