New York, 21 set. (TMNews) – L’evento è decisamente raro: i leader di un partito politico che scrivono al presidente della Banca centrale americana per chiedergli, mentre è in corso una riunione di politica economica, di non “compiere interventi straordinari sull’economia”. Questo il contenuto della lettera che hanno spedito martedì sera i quattro repubblicani più potenti al Congresso a Ben Bernanke, impegnato nella riunione del comitato di politica monetaria della Federal Reserve che deve decidere sui tassi d’interesse ed eventuali misure straordinarie di stimolo. La missiva, firmata dal presidente della Camera dei Rappresentanti John Boehner, dal capogruppo dei deputati repubblicani Eric Cantor, da quello dei senatori Mitch McConnell e dal suo vice Jon Kyl.
I leader repubblicani al Congresso affermano che il cosiddetto quantitative easing, lo “stimolo quantitativo” consistente nell’acquistare buoni del Tesoro Usa cui la Fed è ricorsa dopo aver abbassato i tassi pressoché a zero, non ha funzionato: “non ha facilitato la crescita economica né abbassato il tasso di disoccupazione”. E altri programmi di quel tipo potrebbero “esacerbare i problemi attuali o fare ulteriore male all’economia americana”. Dunque i quattro chiedono a Bernanke di “resistere all’idea di ulteriori interventi straordinari specie senza un obiettivo chiaro”.
Opinioni che rispondono alla tesi ora dominante nel partito repubblicano, dove i nemici di Bernanke sono molti e capeggiati dall’emergente Rick Perry. La ricetta che sarebbe invece preferita soprattutto dagli iper-liberisti del Tea Party è quella del minimo di interferenza anche da parte della banca centrale.
Il Federal Open Market Committee, il braccio di politica monetaria della Fed, ha iniziato martedì una riunione per decidere come agevolare il credito per meglio sostenere la traballante economia. Una decisione è attesa per domani alle 14.15 (le 20.15 in Italia). I tassi rimarranno con tutta probabilità al livello attuale tra lo zero e lo 0,25 per cento, ma gli esperti si aspettano che la Fed inauguri domani una manovra tendente ad aumentare la scadenza dei titoli di Stato in suo possesso, per tenere bassi i tassi di lungo periodo: una mossa nota tra gli addetti ai lavori come “Operation Twist”.
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