di Sara Cerrato
Con la caduta del governo Berlusconi e l’avvento dell’esecutivo “tecnico” di Mario Monti, c’era chi giurava che sarebbero stati tempi duri per i comici, “orfani” del loro bersaglio preferito. In particolare, si profetizzava sulla crisi di idee di Antonio Cornacchione, che con il tormentone “Povero Silvio!” ha costruito, negli anni scorsi, il suo successo.
Proprio il popolare comico molisano, che attualmente però vive a Milano e ha avuto anche una parentesi comasca, reagisce alla “perdita” con “Silvio c’è?”, il suo (semi)nuovo lavoro che sarà in scena il 27 gennaio alle 21, al teatro Giuditta Pasta di Saronno. (Biglietti a 25 – 23 – 15 euro. Info: 02/96702127 e www.teatrogiudittapasta.it). Lo stesso Cornacchione, che, in questi mesi è impegnato anche in tv, su Rai tre, nel programma “Lilith”, condotto da Debora Villa, racconta ai lettori de “La Provincia” lo show teatrale, tra considerazioni semiserie e battute.
Cornacchione, cominciamo con una domanda per “fini intenditori”. Ma Berlusconi c’è, non c’è… ci fa?
C’è, c’è. State tranquilli. È lì, mansueto, ostenta un basso profilo ma di certo non ha abbandonato il desiderio di stare sul ponte di comando. Magari non farà più il presidente del Consiglio ma credo che ambisca al Quirinale (e mi chiedo: che specchio gigantesco dovremmo mai rompere per avere sette anni di tal disgrazia?).
(Estratto dell’intervista su La Provincia di Varese, in edicola il 26 gennaio)
v.fisogni
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