Berlusconi/ Oggi Riesame su Tarantini, poi gli atti a Roma

Napoli, 21 set. (TMNews) – L’inchiesta sul caso Tarantini-Lavitola e sulla presunta estorsione ai danni del premier è a una svolta. Ieri pomeriggio il giudice per le indagini preliminari Amelia Primavera, lo stesso gip che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare per gli indagati, ha emesso un provvedimento con cui si dichiara l’incompetenza territoriale della Procura di Napoli e, sulla base di quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche e confermato dalla testimonianza della segretaria del premier Marinella Brambilla nonché dallo stesso Berlusconi nel memoriale consegnato ai pm, si individua in Roma il luogo in cui sarebbero avvenute le dazioni di denaro oggetto dell’estorsione ipotizzata.

Di qui la decisione del gip di astenersi dal pronunciarsi sulla richiesta della difesa di concedere gli arresti domiciliari a Tarantini e di disporre l’invio degli atti ai pm per trasmettere il fascicolo ai magistrati della Procura di Roma.

Tutto questo alla vigilia dell’udienza davanti al Tribunale del Riesame fissata per domattina. I giudici del Tribunale della Libertà dovranno decidere sulla richiesta di revoca della misura cautelare avanzata, tramite i rispettivi avvocati, da Giampaolo Tarantini (l’imprenditore barese in carcere dal primo settembre e già interrogato tre volte dai pm) e da Valter Lavitola (l’ex direttore dell’Avanti ancora all’estero). L’incompetenza territoriale della Procura di Napoli ha anche l’effetto di far sfumare l’audizione di Silvio Berlusconi davanti ai pm, inizialmente prevista a Palazzo Chigi per il 13 settembre, rinviata per impegni istituzionali del premier e non più concordata, nonostante la rosa di date indicate dai pm la scorsa settimana, dopo il no del presidente del Consiglio ad essere sentito come persona informata sui fatti.

Intanto il fascicolo dell’inchiesta sul presunto ricatto di Tarantini e Lavitola si è arricchita di nuove testimonianze, depositate ieri al Riesame. Tra i testi ascoltati dai pm napoletani ci sono il maggiordomo del premier (che ha parlato di sim straniere fornite da Lavitola), l’avvocato Nicolò Ghedini (che ha ricordato il tentativo di Lavitola di candidarsi nel 2008 e i suoi consigli a Berlusconi affinché non sostenesse quella candidatura), il responsabile commerciale della società Andromeda per cui Tarantini ha lavorato di recente (che ha rivelato di promesse di contratti con Mediaset fatte da Tarantini e mai realizzate).

Agli atti, anche le dichiarazioni dei pm di Bari Giuseppe Scelsi e Eugenia Puntassuglia titolari dell’inchiesta barese sulle escort, un filone che si incrocia con quello sul presunto ricatto al premier e che ha generato una nuova indagine a Lecce dove è stato aperto un fascicolo per verificare l’operato del procuratore Laudati, capo della Procura di Bari.

Xjn

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