LONATE POZZOLO Non summit mafiosi ma semplici cene tra amici, con famiglie al seguito. Non estorsioni a mano armata ma normali prestiti di denaro tra amici. Una rappresentazione della realtà diametralmente opposta rispetto a quella del pm Mario Venditti. A parlare, ieri, nel corso di una nuova udienza del processo Bad Boys, sono stati gli avvocati D’Agostino e Volpe. A loro il compito di difendere Vincenzo Rispoli, il presunto boss della Locale di Legnano/Lonate, Pasquale Rienzi e Antonio Esposito.
Nella sua requisitoria, durata oltre due ore, Michele D’Agostino ha smontato pezzo per pezzo le accuse della Dda di Milano. L’aggressione a Barbara Viadana? «Esposito e Viadana si conoscevano bene. Se fosse stato lui ad aggredire la donna non si sarebbe tolto il casco, rendendosi facilmente riconoscibile». Rispoli sarebbe invece stato il promotore delle estorsioni. «Ma cosa avrebbe fatto, concretamente? – chiede D’Agostino -. Durante le indagini non è stata sentita nessuna delle parti offese».
Tra gli imputati e i presunti taglieggiati, insomma, si sarebbero instaurati normali rapporti commerciali. D’Agostino sposa la linea difensiva già avanzata dall’avvocato Margheritti qualche settimana fa: la totale estraneità degli imputati dal reato di associazione mafiosa. «Alla base di questo processo c’è una proprietà transitiva – dice D’Agostino -. Sei mafioso e quindi tutto quello che tocchi diventa mafioso. Le ipotesi delle forze dell’ordine non hanno però avuto riscontri investigativi». L’unica colpa di Vincenzo Rispoli, quindi, sarebbe quella di essere nipote di Silvio Farao, boss della ‘Ndrangheta Cirotana. «Ma la Cassazione ha sancito che non basta essere parenti di mafiosi per essere condannati». Il favoreggiamento nei confronti di due noti latitanti incontrati al Crossodromo del Cilione si trasforma in un semplice saluto fatto allo zio.
Secondo il legale della difesa, Rispoli e soci erano tutt’altro che temuti. «Facevano così paura che la gente andava a chiedergli soldi e poi non li restituiva neppure». Semplici millantatori. D’Agostino ricorda la famosa intercettazione ripresa da tutti i giornali: «Enzo è una potenza in Lombardia, se lui vuole si muovono 2000 persone». «Il giorno dopo, però, Fabio Zocchi, riferendosi a quella frase, spiega a Filippelli di aver fatto un capolavoro di discorso. “Gli ho raccontato cazzate” gli confida Zocchi». Alla luce di tutto questo D’Agostino e Volpe hanno chiesto la piena assoluzione per i loro assistiti. Nel caso dell’aggressione a carico di Barbara Viadana, invece, si tratterebbe di lesioni gravi e non di tentato omicidio.
Altre udienze riempiranno il mese di giugno. Per il 4 luglio, invece, la corte presieduta dal giudice Tony Adet Novik sarà chiamata a stabilire quale sia la realtà e se gli imputati siano Cattivi ragazzi o onesti padri di famiglia.
Tiziano Scolari
f.iagrossi
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