Al centro di impiego di Gallarate le ferite si chiamano Malpensa e settore meccanico. A Besozzo – sportello Informalavoro – Inda e Whirlpool.
Ma intanto si intrecciano le storie di chi cerca disperatamente un’occupazione. Il centro per l’impiego gallaratese è il secondo più gettonato per iscrizioni: qui si ritrova quasi un quarto (il 23,7%) delle persone che stanno cercando un’occupazione. Code intrise di rassegnazione più che di speranza. «Ormai si trovano solo lavori saltuari, quando va bene – scuote la testa Giuseppe D’Alfonso, che faceva il muratore prima che la crisi dell’edilizia gli portasse via gran parte dello stipendio – io accetto tutto quello che capita, dando la massima disponibilità sia di notte che nei weekend. Basta portare a casa lo stipendio, perché la spesa, le bollette e la benzina si devono pagare».
Si raccontano i giovani, si raccontano le donne, come Marzia, 38 anni, una laurea in tasca e un discreto curriculum: ma vedendo che si è sposata, a ogni colloquio la domanda è se vuole avere figli.
Intanto a Besozzo la fascia più critica si conferma quella tra i 40 e i 50 anni.
OGGI SUL GIORNALE LE DUE INCHIESTE
m.lualdi
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