Il parco di Villa Toeplitz presto cambierà nome e diventerà parco Missoni. Siete d’accordo? Dite la vostra nel nostro sondaggio.
«Il parco di Villa Toeplitz, vista la sua eleganza estrema, verrà intitolato a Ottavio Missoni – spiega l’assessore al Verde e all’Ambiente, a margine delle riprese effettuate in mattinata da Rai 2- Un uomo che si è sempre dedicato all’eleganza nel campo della moda. La città di Varese vuole fare un omaggio a un grande varesino». Una decisione, quella dell’intitolazione a Missoni, presa recentemente da Palazzo Estense.
Il parco e la villa, in località Sant’Ambrogio e ai piedi del Sacro Monte, sono stati acquistati dal Comune il 21 dicembre 1972.
Villa Toeplitz deve il proprio nome a Giuseppe Toeplitz, banchiere di origine polacca, che la acquisì nel 1914.
Il parco é caratterizzato da una ricca varietà di specie vegetali, spesso esotiche, da un’ampia trama di percorsi e vialetti e vari giochi d’acqua, la cui geometri richiama i giardini orientali, soprattutto quelli mongoli. Questo perchè la moglie di Toeplitz, Edvige (ballerina polacca), amava compiere viaggi in Oriente, soprattutto in Mongolia.
«La moglie – spiega Clerici – volle follemente, a mo’ di capriccio, i cipresseti, una serie di architetture vegetali molto particolari e simmetriche, e la fontana». Per quanto riguarda lo stile, il parco di Villa Toeplitz è da considerarsi eclettico, dal momento in cui agli elementi tipici del giardino paesistico, ricco di specie esotiche per lo più conifere, unisce le prospettive rinascimentali dei “parterre” sotto la specola, con le sfarzose cascate ispirate alla tradizione orientale dei giardini del Kashmir.
La mente dell’architettura del parco fu la moglie di Giuseppe Toeplitz, Edvigia, che ispirata dai numerosi viaggi compiuti in oriente, in particolare affascinata dai giardini degli imperatori mongoli, incaricò nel 1927 uno studio parigino per riprogettare lo spazio.
I progettisti parigini ridisegnarono il parco-giardino, nel frattempo ampliatosi con la connessione di alcuni terreni confinanti sino a raggiungere quasi l’estensione di otto ettari, sulla base delle richieste avanzate dalla donna, creando una vera e propria opera di ingegneria idraulica per incanalare l’acqua del vicino Monte Martica, attraverso l’intero parco.
In seguito alla sfortunata sequenza di annate siccitose registrate a partire dal 2003, che ha interrotto il deflusso idrico originario, nel 2008 Palazzo Estense ha provveduto alla ricerca di una nuova fonte alternativa e all’attivazione di un sistema di ricircolo che mette in comunicazione il laghetto con la cisterna del belvedere, il terrazzo che sovrasta il parco.
© riproduzione riservata