«Fatwa» contro il libro sgradito E la Lega lo fa sparire dalla biblioteca

SESTO CALENDE «Spero solo che leggano il mio libro, in modo che possano rendersi conto che non è fazioso»: così la ricercatrice francese Lynda Dematteo, autrice del libro “L’idiota in politica. Antropologia della Lega Nord” replica alla “piccola fatwa” lanciata dai lumbard contro il suo volume.
Il sindaco leghista di Sesto Calende Marco Colombo ha, infatti, “ritirato” il suo libro, evidentemente sgradito, dalla biblioteca del paese in provincia di Varese, chiedendo di fatto ai militanti di prenderlo in prestito a turno per farlo praticamente “sparire” dagli scaffali.

«Un episodio buffo» secondo Dematteo, ricercatrice alla facoltà di antropologia dell’università di Parigi, che oggi ha partecipato a un incontro a Varese organizzato dal Pd. “L’idiota in politica”, pubblicato per la prima volta in Francia nel 2007 e distribuito recentemente in Italia, è frutto di un anno di studi condotti dalla ricercatrice su un gruppo di militanti della Lega Nord a Bergamo, che ha seguito durante grandi eventi come il raduno annuale di Pontida, fiaccolate, comizi, feste del Carroccio e incontri nelle sedi del partito.

«La Lega esiste e anche l’idea di Padania solo grazie a Bossi – ha spiega Dematteo – è lui la figura che unisce uno spazio immaginario che in realtà non viene sentito dalla gente. Lui è “l’idiota” nel significato greco del termine, ovvero legato all’idios, il contado, che si contrappone alla polis, alla città. Infatti è fiero delle sue origini provinciali e ne fa un tratto di forza».
In sostanza, la Dematteo inquadra il fenomeno in chiave antropologica. E usando un lessico da studiosa. Motivo per cui non c’è da arrabbiarsi per l’uso di termini che, nel linguaggio comune, possono essere fraintesi e presi per insulti. In realtà, il suo libro è una ricerca.

«Bossi viene infatti apprezzato dalle persone di periferie. La sua figura si muove su due binari: da una parte è il capopolo amato e temuto dai suoi. Dall’altra è “l’idiota” che diverte i giornalisti, una figura mediatica che schiaccia tutto il resto. In molti casi, nemmeno i leghisti stessi lo prendono sul serio».
E la sua voce cavernosa «incanala la rabbia, è un potente strumento». Proprio per questo la malattia, con i problemi alla voce, creano uno spartiacque. Che Bossi riesce tuttavia a far diventare uno strumento ancora maggiore di forza: «Adesso è una figura sacra, ha un rapporto di rispetto e amore con il suo popolo. Può fare tutto. Dopo l’ictus, c’è una generalizzata indulgenza nei suoi confronti da parte di tutti».

(ampio servizio sul quotidiano La Provincia di Varese in edicola domenica 29 gennaio) 

s.bartolini

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