«Spartaco Landini? Certo. Difensore dell’Inter negli anni sessanta». Il tifoso nerazzurro medio – coi capelli ben grigi, s’intende – non ha tentennamenti. Forse perché la formazione di quella squadra era cosa talmente nota che qualsiasi deviazione dalla norma veniva registrata. O forse perché Spartaco è un nome che non scordi. Quelli in nerazzurro sotto la guida del mago Herrera, è storia, furono costellati da tante panchine e tanto vedere da vicino come si diventa i migliori al mondo. Con Landini, che aveva manco vent’anni (classe ’44), in quelle domeniche a ridosso della leggenda c’era un certo , che nel ’66 deciderà di averne abbastanza e sceglierà la maglia da titolare del Varese.
Landini magari non proprio in prima fila in quegli anni: si rifarà diventando titolare fisso sul finire dei ’60, quando aveva già lasciato a e in panchina sedeva . Non punto fisso si diceva, ma pur sempre da nazionale. Landini era in pista nell’estate ’66 in Inghilterra, ai mondiali, proprio quando gli azzurri forse più forti di sempre (, , …) furono buttati fuori da un dentista nordcoreano. A Middlesbrough, quel fatidico 19 luglio, il neo ds biancorosso era in campo.