Il poker sportivo non è reato Via i sigilli al “Lucky slot”

GALLARATE Il Tribunale del Riesame di Varese ha tolto i sigilli al “Lucky slot” posto sotto sequestro a marzo nell’ambito di una operazione provinciale contro il gioco d’azzardo. La “Texas hold’em”, condotta dalla polizia provinciale di concerto con i comandi della Guardia di Finanza di Varese, Gallarate e Busto Arsizio.
L’11 marzo gli agenti fecero irruzione in tre locali: uno in viale Belforte nel capoluogo, un altro in via Confalonieri a Busto e quindi nel “Lucky

slot” di via Vittorio Veneto nella città dei Due Galli. All’interno c’erano un’ottantina di persone intente a giocare, tutte denunciate, e il locale gallaratese venne posto sequestro.
Immediata l’istanza rivolta al Riesame da parte dei gestori, assistiti da Massimiliano Rosa, che è stato anche consulente legale della Figp, la Federazione italiana gioco poker. La notizia del pronunciamento del Tribunale favorevole ai suoi assistiti, si è diffuso sui siti dedicati al “Texas hold’em”. Due le questioni contestate al locale: il pagamento di premi in denaro e la pratica del rebuy, ovvero della possibilità, una volta perse tutte le fiches, di acquistarne di nuove e ricominciare a giocare. «La sentenza ha deciso che i tornei di giochi a carte non a distanza, gestite da società affiliate al Coni (come appunto il “Lucky slot”, ndr) non costituiscono reato quanto la vittoria è remunerata con un punteggio valevole la graudatoria nazionale nei giocatori di poker sportivo», il commento rilasciato dallo stesso Rosa al sito Italiapokerclub.it.
Insomma, non c’è reato se la vittoria permette di scalare la classifica. E se «la rilevanza del premio rimane secondaria rispetto al valore della vittoria in sé e all’incremento del punteggio personale» del giocatore. Né bastano «la mera previsione del rebuy e dei premi in denaro» a provare «il fine di lucro e l’aleatorietà del gioco».

Il servizio completo sul giornale in edicola lunedì 22 aprile

s.bartolini

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