Adesso è indagato il marito. Michele Buoninconti, vigile del fuoco ad Alba (Cuneo), ha ricevuto un avviso di garanzia per omicidio volontario e occultamento di cadavere nell’ambito delle indagini sulla morte di Elena Ceste, la donna di Costigliole d’Asti trovata senza vita, dopo nove mesi di ricerche, nelle campagne a meno di due chilometri da casa.
Passaggio tecnico
«È un atto dovuto» spiega il procuratore di Asti, Giorgio Vitari, che supervisiona gli accertamenti. Nella pratica, l’avviso di garanzia, consegnato in mattinata dai carabinieri, è un passaggio tecnico che permette a Buoninconti di nominare un consulente medico-legale e di fargli seguire l’autopsia sui resti della moglie, che verrà eseguita oggi. Questo non toglie che il nome dell’uomo sia da ieri associato a due reati orribili e infamanti.
E i familiari gli sono vicini: nel pomeriggio, poco dopo le 16 di ieri, il cancello della villa di frazione Motta si è aperto per far passare un’auto con i parenti arrivati da Salerno mentre per l’intera giornata è continuato il via vai dei curiosi, desiderosi di sostare anche solo per pochi minuti davanti alla casa di Elena.
Attesa per gli esami
Solo dall’autopsia potranno arrivare le prime risposte. Ad eseguirla sarà Francesco Romanazzi, direttore del servizio di medicina legale dell’Asl ad Alba. Le spoglie di Elena Ceste, restituite dal terreno solo quando sono state urtate da una ruspa al lavoro in un canale, erano in condizioni così cattive che l’identificazione è stata possibile solo con il test del Dna.
Le cause della morte sono ancora un mistero. Così come è ancora un mistero il motivo dell’improvvisa sparizione di questa madre di quattro figli. La denuncia fu presentata il giorno stesso, il 24 gennaio, dal marito: «Mi aveva detto che non si sentiva bene e mi aveva chiesto che andassi a prendere i ragazzi a scuola».