Mentre Luino si gode la scelta della Fondazione Cariplo di stanziare un milione di euro per il recupero del prestigioso palazzo Verbania, in Valcuvia si analizza la bocciatura del polo agro-scolastico in località Calcaterra di Ferrera.
Una scuola di agraria sul modello di quelle tradizionali e blasonate del lodigiano che avrebbe dovuto trovar casa nella bellissima cornice della vecchia filanda, tra boschi e prati. Giorni di reazioni e dichiarazioni si sono susseguiti alla notizia e, tra queste, anche le presunte dimissioni di Marco Magrini, presidente di Comunità Montana Valli del Verbano.
È lo stesso presidente a parlare, offrendo una lucidissima visione all’indomani della decisione del bando. «Possiamo dire che è sfumata un’importantissima opportunità di rilancio della valle e del territorio – afferma – desidero prima di tutto sottolineare che sono contento per la città di Luino che finalmente potrà far ritornare “il Verbania” all’antica bellezza. Vendo a noi, il polo tecnologico di Ferrera avrebbe infuso enorme sviluppo all’intera valle per i prossimi vent’anni». Magrini, pur non entrando nel merito della scelta alla base del no a Ferrera, prova un’amarezza dovuta alla vastità dell’opera che ha subito una brusca frenata.
Secondo il presidente di Cm il polo tecnologico avrebbe sicuramente giovato non solo alle nuove generazioni, apportando istruzione, ricerca e innovazione, ma anche alle aziende agricole e al rilancio economico della Valcuvia.
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