A Varese i giovani democrat vogliono le ramazze della Lega

VARESE «Il Pd sia consegnato ai nativi democratici». La richiesta del consigliere comunale di Varese, Andrea Civati, scatena la base del partito e divide: da una parte i nativi e dall’altra i padri fondatori del Partito democratico.
Anche il Pd potrebbe imbracciare le scope. Ramazze, rigorosamente democratiche, per cacciare dalle posizioni apicali chi non è un 100% made in Pd. Chi cioè «non appartiene ad una precisa generazione – specifica Civati, che affida alla rete il suo sfogo –

ma quelli che non ascoltano la gente che ci vota e pensano di poter imporre le decisioni come quarant’anni fa». 

Chi viene da altre esperienze politiche e che è confluito del Pd. Chi arriva da quella coalizione di partiti che nel 2007 si è impegnata per l’unificazione del centrosinistra italiano: ex Ds ed ex Margherita, insieme ad altre formazioni che hanno partecipato al processo costituente. «Tutto questo non ha senso – commenta Rossella Dimaggio, tra le fondatrici del partito a Varese – Il Pd è nato da una fusione, a freddo come diceva D’Alema, tra Margherita e Ds. Sono queste due anime l’essenza del partito, senza non si parlerebbe di Pd». Anche Margheria Giromini si dichiara «profondamente indignata» da certe dichiarazioni. 
Esternazioni che però sembrano ricevere parecchio consenso in rete. «Solo chi nasce con il Pd, basta ex», scrive Giovanna Posati a sostegno delle dichiarazioni di Civati. E Davide Accomando conferma che «è proprio questo il cuore della questione». Che però non può essere ridotta ad un semplice “nuovo contro vecchio”. «Anche perché – fa notare Francesco Liparoti – Il gruppo parlamentare del Pd era quello più rinnovato di tutti», e poi aggiunge: «La verità è che qui è iniziata una sorta di pulizia etnica». Non sarebbe una questione anagrafica, quindi ma di metodo. 
Via tutti quelli che non rispondo ad una certa logica. E saranno i congressi, chiesti anche sabato durante l’occupazione di alcune sedi provinciali del Pd, a fare pulizia. « Al prossimo congresso il Pd sia consegnato ai nativi democratici», insiste Civati, segnalando anche quali, secondo lui, potrebbero essere gli eredi democratici. «C’è tanta gente che ne ha le caratteristiche – aggiunge – Penso a Renzi, Pippo Civati, Orfini e Scalfarotto. A Varese sto rivalutando una Maria Chiara Gadda, che non ho votato alle primarie, ma che sta dimostrando grande attenzione».
Quella che mancherebbe al buon Civati e a tanti altri che, come lui, adesso sono corsi in prima linea. «Se è un certo metodo che cercano – aggiunge Di Maggio – perché molti non si sono mai visti alle riunioni, unico luogo di vero confronto tra la base? Quando il loro contributo era richiesto, dov’erano? Alle riunioni si partecipa si discute e si vota, quello che ne consegue è una decisione condivisa democraticamente. Il reso sono chiacchiere e personalismi».

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s.bartolini

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