Il “Premio Chiara” a Giulio Questi «Qui c’è tutta la mia vita»

Lo scrittore novantenne trionfa con 77 voti su 147. Nel suo “Uomini e Comandati” storie della guerra. «Tardi per farmi una carriera, tutto è alle spalle»

Il Premio Chiara 2014 va al bergamasco Giulio Questi con “Uomini e Comandanti”, edito Einaudi. Non c’è dubbio già a tre quarti dello spoglio. A Questi vanno 77 dei 147 voti della giuria popolare, al secondo posto Davide Barilli con 38 voti e al terzo Gianni Celati con 32 voti.
Questi è contento dai suoi 90 anni del riconoscimento ricevuto per il libro “edito per caso”, ma anche sinceramente dispiaciuto per gli altri due finalisti. Avrebbe voluto un premio a tre.

«Trattandosi di una giuria popolare certo li ha convinti il contenuto fatto di ricordi, di argomenti che tutti conoscono, per una lettura di tipo popolare, immediata. Ricordi di guerra presentati con un taglio originale, ma su argomenti su cui tutti hanno basi di giudizio». Sono racconti della memoria di un ragazzo che intorno ai 20 anni, in piena guerra, era costretto a vivere in montagna con tante avventure.
A consegnare il premio è stato il neo presidente della Provincia di Varese,

Gunnar Vincenzi, che si emoziona, subito dopo aver garantito la continuità del sostegno al Premio Chiara: «Per la nuova Provincia cultura e istruzione saranno al primo punto compatibilmente con i fondi e le funzioni delegate dalla Regione: speriamo con la cultura di avere le mani libere. Faccio i complimenti a tutti gli autori e devo dire sinceramente che questa sera, indipendentemente dal risultato, mi sarei messo a leggere il libro di Questi perché mio nonno è morto a 33 anni in un campo di sterminio a Mauthausen».
E lui, l’autore, incalzato dai giornalisti, confessa che avrebbe preferito ricevere un premio di questo tipo a 50, 60, o anche 70 anni: «per sperare in una carriera. A 90 anni non ce n’è nessuna davanti, è tutta alle spalle».
Questi, classe 1924, ha, infatti, alle spalle una lunga carriera come regista e sceneggiatore di film cult come “Se sei vivo spara”, uno spaghetti-western epocale, oltre che di cortometraggi visionari e sperimentali.
“Uomini e Comandanti” raccoglie quindici storie vecchie e nuove della resistenza, ma soprattutto storie che parlano di partigiani e guerra. «Il mio è un libro scritto per fare memoria di avvenimenti che mi avevano formato nei due anni trascorsi in montagna durante la guerra e mai più dimenticati. Racconti scritti negli anni, non in continuazione perché intanto facevo il cinema. Ho sempre scritto qualcosa non per programmare un argomento, ma semplicemente per recuperare parti di me stesso che non volevo andassero perdute, momenti eccezionali della mia formazione».

Un libro nato per caso come per caso è arrivato l’incontro con l’editore e tutto quello che ne è seguito. «Alla mia età mica vado in cerca di un editore». Sergio Guzzato andò per lavoro a Bergamo e il direttore dalla biblioteca dove faceva ricerche gli parlò dei racconti guerra di Questi, ne fu entusiasta lo riferì all’editore che lo lesse, incontrò l’autore e siglò l’accordo.
Il premio della stampa è andato, invece a Gianni Celati per il suo “Serve d’Amore”, edito Quodlibet, per aver “regalato e fatto rivivere emozioni, ricordi e sogni che hanno attraversato anche la nostra adolescenza e la nostra giovinezza e per averci presentato una serie di ricordi autobiografici senza cadere mai nella retorica e offrendo spesso una leggera comicità che si amalgama perfettamente con un pizzico di malinconia che sono, di certo, ingredienti della nostra vita quotidiana”.