ANGERA Rosy resiste e il sindacato è con lei. Mauro, segretario del Sindacato Padano, ha partecipato questa mattina alla Batelada, il tradizionale giro in barca riservato agli iscritti per la festa dei lavoratori.
Sotto la pioggia la vicepresidente del Senato si è presentata a bordo del battello Helvetia al molo di Angera, determinata a rimanere saldamente alla guida del Sin.Pa.
Non è scesa per evitare i giornalisti, ma non ha lesinato parole per i centocinquanta partecipanti,
arringati con altoparlante e microfono.
«È giusto sentire come stanno le cose dalla mia viva voce. L’ho già fatto in televisione e certo non mi tiro indietro qua».
Non arretra di un passo e, anzi, risponde alle accuse dei suoi detrattori.
«A me piace guardare in faccia la gente: è troppo facile buttare fango, e, permettetemelo oggi, anche un po’ di merda, addosso alle persone».
Niente mezze misure, diretta e schietta, l’ormai ex-pasionaria della Lega, difende il sindacato nato 22 anni fa.
«Vi spiego un po’ come è la situazione perché hanno attaccato il Sindacato Padano e non lo posso permettere. Il Sin.Pa. è fatto da gente che paga la tessera ed è giusto che abbia una spiegazione».
Una risposta è andata anche a chi, in questi giorni, ha sostenuto che l’associazione sindacale fosse inesistente e ne ha suggerito la chiusura.
«Il Sindacato ha uno statuto autonomo – ha specificato Mauro, sottolineandone l’indipendenza dal partito – nessuno può chiuderlo, solo gli iscritti. Il Sin.Pa esisterà fino a quando ci sarà un solo iscritto, e siccome io non ho intenzione di stracciare la tessera…». Chiude con una battuta: «Rimanessi da sola il Sin.Pa. esisterebbe comunque».
Assenti i politici della Lega Nord, ma Rosy non indietreggia e rilancia la sfida.
Non sembra casuale, infatti, la traversata organizzata nelle acque del lago Maggiore con una partenza dalla Provincia di Varese, terra maroniana per eccellenza. Niente “Va pensiero”, ma i “Carmina burana” per l’arrivo all’imbarcadero e l’assenza di simboli padani accanto a quelli sindacali.
Anche la presenza non celata del tanto chiacchierato caposcorta, Pierangelo Moscagiuro, sull’imbarcazione indica l’intenzione di dimostrare di non aver nulla da nascondere.
I fedelissimi, che per sostenerla sono arrivati da diverse province della Lombardia e persino dal Veneto, non mettono in discussione la leadership di Mauro nonostante l’espulsione dalla Lega, scaturita dalle inchieste giudiziarie sull’utilizzo dei fondi del movimento.
s.bartolini
© riproduzione riservata