Frontalieri ancora a rischio Per il sindacato sono troppi

LAVENA PONTE TRESA Si scrive “misure di accompagnamento” o “clausole di salvaguardia”, ma si legge limitazione. Al centro, come sempre, i frontalieri.
Perché, dopo il superamento delle 54mila unità, si sono moltiplicate in Ticino le reazioni e le prese di posizione sia sul frontalierato che sulla libera circolazione. Per questo il sindacato Ocst ha deciso di invocare un rafforzamento delle misure di accompagnamento.
«I frontalieri – chiariscono dall’Organizzazione cristiano sociale – forniscono un contributo prezioso e irrinunciabile,

che concorre in misura decisiva alla crescita economica. Anche la libera circolazione, se inserita in una logica di complementarietà, consente di supplire più agevolmente del passato alle carenze di manodopera indigena che si manifestino in determinati rami o profili professionali».
Ma c’è un però. «Perché – aggiungono – dove viene utilizzato in modo distorto, l’accordo di libera circolazione suscita forme di concorrenza controproducenti tra la manodopera locale e quella frontaliera. Sotto questo profilo, la progressione costante e il raggiungimento della vetta di 54mila frontalieri solleva fondati interrogativi sul loro impatto, che è peraltro triplice».
Ovvero incide sull’occupazione con «il rischio di sottrarre occasioni di impiego per disoccupati locali», contribuisce «a incrementare la flessibilità» del mercato del lavoro e «concorre indirettamente a tener sotto pressione i livelli salariali».
«Proprio per questo – sottolineano dall’Ocst – le distorsioni e gli abusi vanno combattuti con forza e fermezza, ma non sono tuttavia addebitabili solo ai frontalieri. Visto che la responsabilità degli scompensi ricade al contrario sulle aziende che utilizzano la libera circolazione in modo speculativo, scardinando gli equilibri del mercato del lavoro».Che comunque si riflettono proprio sui frontalieri. «Nelle regioni dove la presenza di manodopera frontaliera supera una soglia prefissata del 20% della popolazione attiva – spiegano – devono essere applicabili provvedimenti aggiuntivi».

s.bartolini

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